A distanza di oltre tre anni dall’avvio delle campagne vaccinali contro il Covid-19, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha ufficialmente riconosciuto che nessuno dei vaccini anti-Covid approvati e distribuiti in Italia è in grado di prevenire il contagio e, di conseguenza, la diffusione del virus.
AIFA: vaccini Covid non bloccano il contagio. Questa ammissione, messa nero su bianco in una risposta formale inviata all’associazione Arbitrium PSG, è giunta dopo una richiesta di accesso agli atti amministrativi avanzata dall’associazione nel giugno scorso.
La risposta di AIFA e le sue implicazioni
L’AIFA, attraverso la dirigente Carla Cantelmo, ha risposto a uno dei nove quesiti posti dall’associazione, confermando che l’efficacia dei vaccini si limita alla riduzione dei sintomi gravi della malattia, senza influire sulla trasmissibilità del virus. Questo punto rappresenta una conferma di quanto, da tempo, era già stato oggetto di discussione tra esperti e organi di informazione indipendenti, mettendo in crisi l’impianto teorico su cui si sono basate molte delle politiche sanitarie italiane, inclusi il Green Pass e il Super Green Pass. Questi strumenti, introdotti con l’obiettivo di ridurre il contagio, si basavano sull’assunto che i vaccinati fossero meno suscettibili di trasmettere il virus.
Nel documento, l’AIFA chiarisce che le autorizzazioni dei vaccini anti-Covid-19 sono state rilasciate tramite una procedura centralizzata dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), la quale ha valutato i dati di qualità, efficacia e sicurezza dei medicinali attraverso il Comitato scientifico per i Medicinali per Uso Umano (CHMP). L’EMA detiene tutta la documentazione relativa a queste valutazioni, mentre gli aspetti di farmacovigilanza sono supervisionati dal Comitato per la Valutazione dei Rischi in Farmacovigilanza (PRAC).
Green Pass e Super Green Pass: politiche sotto esame
Il Green Pass, introdotto in Italia il 6 agosto 2021, è rapidamente diventato un requisito per accedere a una vasta gamma di attività e servizi, incluso l’accesso ai luoghi di lavoro. Nel dicembre dello stesso anno, il Super Green Pass, riservato esclusivamente a vaccinati e guariti, ha ulteriormente inasprito le restrizioni, escludendo l’opzione del test negativo. Tali misure all’epoca giustificate dal governo italiano sulla base dell’idea che i vaccinati avessero un ruolo meno significativo nella catena di trasmissione del virus. Tuttavia, l’ammissione dell’AIFA mette in luce la mancanza di evidenze scientifiche a sostegno di questa narrativa.
Già nel gennaio 2022, l’obbligo vaccinale era stato esteso a persone sopra i cinquant’anni e a lavoratori di settori considerati ad alto rischio, come il personale scolastico e universitario. Queste misure sono state implementate con l’intento dichiarato di prevenire il contagio, ma ora, alla luce delle nuove conferme, è in corso una riflessione su quanto tali obblighi fossero giustificati dal punto di vista scientifico.
Implicazioni legali e future rivalutazioni
L’ammissione dell’AIFA apre la strada a nuove considerazioni legali e politiche. Molti cittadini, che si sono trovati esclusi da attività sociali e lavorative a causa del mancato possesso del Green Pass, potrebbero ritenere di essere stati ingiustamente penalizzati. Inoltre, sono già in corso diverse cause legali contro lo Stato riguardanti l’obbligo vaccinale e i danni subiti da chi, per non essersi vaccinato, ha perso il lavoro o è stato escluso da altre attività. Questa situazione potrebbe portare a una revisione delle misure restrittive imposte durante la pandemia e a un riconsiderazione delle strategie future di gestione delle emergenze sanitarie.
In una lettera pubblicata nel 2023, la Food and Drug Administration (FDA), l’ente regolatore dei prodotti farmaceutici negli Stati Uniti, ha ribadito che un vaccino può ottenere la licenza se i benefici in termini di protezione contro la malattia superano i rischi legati all’uso autorizzato, senza necessità che esso prevenga l’infezione o la trasmissione. Questa posizione rispecchia quanto recentemente dichiarato dall’AIFA, sottolineando che il principale obiettivo dei vaccini attuali è di ridurre la gravità della malattia piuttosto che bloccare la trasmissione del virus.
L’importanza della trasparenza e della comunicazione scientifica
La recente ammissione dell’AIFA sottolinea l’importanza di una comunicazione chiara e trasparente con il pubblico, soprattutto quando si tratta di decisioni di salute pubblica di vasta portata. Le politiche sanitarie dovrebbero sempre basarsi su dati scientifici solidi e aggiornati, e le istituzioni devono garantire che le informazioni siano accessibili e comprensibili per tutti. La pandemia ha messo in luce quanto sia cruciale mantenere la fiducia tra i cittadini e le autorità sanitarie, e queste ammissioni potrebbero rappresentare un passo verso una maggiore trasparenza e accountability.
Alla luce di quanto emerso, molte voci si stanno alzando per chiedere una revisione delle politiche adottate durante la pandemia. La necessità di rivalutare l’impatto delle misure restrittive, inclusi i loro effetti sui diritti costituzionali e le implicazioni economiche e sociali, è diventata un tema centrale nel dibattito pubblico. Se da un lato i vaccini hanno rappresentato un importante strumento per ridurre la gravità delle infezioni da Covid-19, dall’altro è ora chiaro che non sono la soluzione definitiva per fermare la diffusione del virus. E c’è anche chi pone il dubbio sui motivi delle “ospitate” di alcuni dei portavoce dell’epoca come il il dott. Bassetti ospitato il 24 agosto sul palco di Brecciarola (Ch), per ricevere il premio Virgo dedicato a “celebrare inclusività e diversità e l’impegno di persone straordinarie”.
“Saremmo curiosi – scrivono dalla Confederazione Insieme Liberi – di sapere quali motivazioni abbiano spinto il sindaco di Chieti e il comitato feste cittadino di Brecciarola ad una scelta del genere riguardo gli ospiti. Ce lo chiediamo soprattutto ora che le bugie imbastite da tutto il sistema comunicativo sono ormai sfilacciate e lasciano chiaramente vedere la verità: ovvero che ci hanno manipolati mentendo, sapendo di mentire”.
L’etica e la scienza
In conclusione, la dichiarazione dell’AIFA non solo conferma una realtà scientifica già nota, ma solleva anche importanti questioni etiche e politiche su come il nostro sistema di salute pubblica ha gestito l’emergenza. Questa ammissione potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase di riflessione e di miglioramento delle strategie per affrontare future crisi sanitarie, sempre tenendo presente l’importanza della trasparenza, dell’evidenza scientifica e della protezione dei diritti fondamentali dei cittadini.