Non c’è tregua per il carrozzone Aca. Appena dopo gli arresti dei vertici l’azienda torna a far parlare di se ovviamente in maniera negativa. In piena estate i cittadini ancora una volta senz’acqua.
Era la notte tra il 16 e il 17 luglio quando, in un’operazione denominata “Shining Light” condotta dal Corpo Forestale dello Stato, è stato arrestato il presidente dell’ACA spa Ezio Di Cristoforo. Con un ingegnoso sistema gli imprenditori aquilani Claudio e Antonio D’Alessandro, in cambio dell’aggiudicazione di appalti pubblici, ripagava o in denaro o con assunzioni clientelari tali favori. Per l’ACA spa le gare illecite sono state quelle riguardanti la manutenzione ordinaria della rete fognaria di Pescara. L’importo della truffa sarebbe stato di 1.600.000 euro. Al solo Di Cristoforo sarebbero andati 50.000 euro.
Agosto, rubinetti a secco
E mentre i vertici pensano ai fattacci propri, i poveri contribuenti pagano le conseguenze della gestione allegra dell’Azienda acquedottistica e la Cgil regionale esprime:«forte preoccupazione di fronte all’aggravarsi della crisi in cui versa il Servizio Idrico Integrato (Sii) nella Regione Abruzzo. In questo settore – dicono i sindacati – assistiamo da troppo tempo ad una serie di reiterati episodi che evidenziano una diffusa malagestio, aggravata, se possibile, dall’assenza di qualsiasi seria programmazione industriale-economico-finanziaria che finisce per scaricare i gravi effetti negativi sui cittadini abruzzesi, creando, altresì, un profondo disagio agli operatori del settore». Il sindacato stigmatizza il comportamento dell’ACA che in queste ore:«mostra l’aspetto ‘più feroce’ nei confronti degli utenti, sospendendo totalmente l’erogazione del servizio anche a fronte di morosità di pochi euro. In realtà, purtroppo, la stessa vicenda dell’ACA è solo una delle gravi conseguenze del sistema sconsiderato di conduzione di queste aziende» aggiunge la Cgil. Gli intrecci affaristico-clientelari che gravano sulla gestione del SII in Abruzzo, l’incapacita’ dei Gestori, di fornire un servizio pubblico essenziale secondo criteri di economicità, efficienza e trasparenza, le carenze organizzative, le scelte scellerate, ma anche la mancanza di soggetti istituzionali autorevoli, capaci di svolgere con efficacia il proprio ruolo di programmazione e controllo, sarebbero fonte di disservizio per il cittadino per il sindacato. Serve, secondo la Cgil, «una nuova economia morale dell’acqua».