Abusi su minori: il caso don Marelli e le accuse di sesso su adolescenti
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Chat hot, allusioni sessuali, umiliazioni psicologiche e docce con minori: il processo canonico svela l’ombra inquietante su don Samuele Marelli, ex volto della pastorale giovanile ambrosiana.

Abusi su minori: il caso don Marelli e le accuse di sesso su adolescenti. Un volto noto, accanto a Papa Francesco nel 2017, in prima fila nei progetti per gli oratori ambrosiani. Oggi, invece, don Samuele Marelli è al centro di una bufera giudiziaria e morale che scuote la Curia di Milano, la comunità di Seregno e l’intero mondo ecclesiastico.

Come racconta Il Fatto, Classe 1976, per sette anni alla guida della Fondazione diocesana per gli oratori milanesi, Marelli è accusato di comportamenti gravissimi e reiterati: abusi sessuali, anche su minori, umiliazioni psicologiche, allusioni sessuali esplicite, e chat e foto inequivocabili. Il tutto avvenuto all’interno di ambienti che, in teoria, dovevano rappresentare un rifugio educativo per centinaia di ragazzi.

Le segnalazioni

A innescare l’inchiesta canonica voluta dall’arcivescovo Mario Delpini, sono state segnalazioni giunte nel dicembre 2023, ma i primi allarmi risalgono già al 2018. Una sospensione prudenziale, motivata con ragioni di “recupero psico-fisico”, ha mascherato per mesi una realtà ben più inquietante. Parallelamente, anche la Procura di Monza ha aperto un’inchiesta penale, mantenuta sotto stretto riserbo per tutelare le vittime e chi ha rotto anni di silenzio.

I racconti che emergono sono sconvolgenti.

Don Marelli accompagnava i ragazzi in piscina e ai campi estivi, entrava con loro nelle docce, faceva commenti sul corpo, ostentava il proprio fisico e proponeva una personale teoria della “bellezza”. In un caso, avrebbe fatto spogliare completamente un ragazzo per pesarlo e umiliarlo, durante un incontro di direzione spirituale.

Le testimonianze raccolte dalla Curia e ora agli atti del processo canonico descrivono un sistema opprimente, dove la sudditanza psicologica si intrecciava con un comportamento sempre più spinto e fuori controllo. Educatori laici maggiorenni sarebbero stati coinvolti nel “reclutamento” di minori per momenti ambigui e promiscui, come le docce condivise. Ogni dettaglio è stato verbalizzato.

Il processo canonico è in fase avanzata e punta alla riduzione allo stato laicale.

Ma per ora don Marelli non è ancora sospeso a divinis, sebbene non possa esercitare il sacramento della confessione e sia confinato in una struttura diocesana.

Il silenzio che ha avvolto la vicenda per anni ha lasciato spazio, solo oggi, alla rabbia di molte famiglie e di parte del clero locale. In almeno tre riunioni riservate del presbiterio di Seregno si è parlato del caso, tra incredulità e indignazione.

Un’immagine – quella di don Marelli accanto a Papa Francesco a San Siro – ora assume contorni cupi, soprattutto se confrontata con le recenti parole del Pontefice: “La prevenzione degli abusi non è una coperta da stendere sulle emergenze, ma una delle fondamenta su cui edificare comunità fedeli al Vangelo”.

La risposta della Curia

La Curia ha risposto ufficialmente, precisando che la scelta di non divulgare le accuse iniziali era motivata dalla volontà di tutelare la reputazione e la riservatezza delle persone coinvolte. Ma l’eco della vicenda si fa ogni giorno più forte, e impone una riflessione profonda su come vengano gestiti i casi di abusi nel cuore delle istituzioni ecclesiastiche.

Intanto, i ragazzi che avevano affidato la loro crescita spirituale a un prete brillante e carismatico, devono ora fare i conti con una ferita che difficilmente potrà rimarginarsi. La giustizia farà il suo corso, ma resta la responsabilità collettiva di aver lasciato troppo a lungo che l’ombra coprisse la verità.

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