Dunque, ennesima brutta figura per l’Abruzzo. Dopo che la Corte dei Conti ha proposto lo scioglimento del Consiglio Regionale è iniziato il tutto contro tutti.
E la colpa pare non essere di nessuno. Intanto l’assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, è convinto che:“Non ci sarà alcuno scioglimento del consiglio regionale in seguito alla pronuncia della Corte dei Conti. Abbiamo già fatto molto per porvi rimedio e stiamo ancora lavorando per scongiurare definitivamente la possibilità”. Aggiungerei anche: tanto siamo in Italia e una chance, alla politica, non si nega mai.
E in effetti proprio oggi pare che qualche dirigente (addirittura) si sia svegliato dal torpore e abbia scritto una letterina alla Corte dei Conti. Il direttore generale Cristina Gerardis scrive una comunicazione, datata 22 luglio, per ribadire che spettava al Capo dipartimento del Servizio Bilancio il compito di inviare la Delibera n.549 a Corte dei Conti, Collegio dei Revisori e Commissione Bilancio.
A ricostruire i fatti ci pensa il Presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo:“Il 26 giugno 2015 la Giunta, con Delibera n.549, approva il riaccertamento dei residui al 31.12.2013 nel corso di una seduta dove Paolucci risulta addirittura assente”. “Il 17 luglio però, seguendo una antipatica consuetudine di questo Governo regionale, la Delibera esce dalla Segreteria di Giunta e di fatto il 22 luglio approda negli uffici del Servizio Bilancio (come da timbro sulla comunicazione del dott. Gariani)”
Febbo precisa:“È bene ricordare che il punto 9 del provvedimento adottato dall’Esecutivo stabilisce che il Servizio Bilancio è incaricato di trasmetterlo alla Corte dei Conti ma il 17 luglio, giorno della riunione in camera di Consiglio (la sentenza sarà depositata il 20 luglio), chiaramente la Delibera non è agli atti perché ancora ferma negli uffici regionali. Ed è proprio su questo punto che la Gerardis entra in scena. Guarda caso proprio oggi ha inviato alla Corte dei Conti (sic!!!) ma come avrebbe potuto visto che è stata acquisita solo il 22 luglio?” si chiede Febbo.
Ma il problema non riguarda solo questa legislatura ma bensì anche la passata di centrodestra.
A mancare all’appello furono, nel 2012, anche i bilanci delle annualità 2009, 2010, 2011. “Il trucchetto di non approvare i consuntivi è di lunga data alla Regione Abruzzo e la responsabilità ampiamente bipartisan quindi consiglierei all’attuale opposizione di centrodestra di non fare demagogia” spiega Maurizio Acerbo, ex consigliere di Rifondazione Comunista.
Insomma, un Consiglio regionale di furbastri.