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Dopo un periodo di silenzio torna a parlare Letizia Marinelli, Consigliera di Parità della Regione Abruzzo, in merito alla totale inesistenza di donne tra gli eletti dell’appena passata tornata elettorale. Al momento nessuna risposta da D’Alfonso.

“Mi rivolgo a Lei Sig Presidente, – scrive Marinelli – all’indomani del risultato elettorale conseguito, prima ancora della proclamazione degli eletti in Consiglio Regionale, perché uno dei prossimi compiti che La aspetta è la nomina degli Assessori che comporranno la Giunta che dovrà amministrare questa Regione”.

NORME COSTITUZIONALI DA RISPETTARE

Alla base della questione posta dalla Consigliera è come riuscire ad “assicurare il rispetto delle norme Costituzionali, Nazionali e dello stesso Statuto della Regione Abruzzo sul rispetto della parità di genere” visti i risultati elettorali. “Questa situazione, – aggiunge la Marinelli – che vede una sola donna sicuramente eletta nel prossimo Consiglio Regionale, palesemente rimarca la necessità che venga urgentemente modificata la L.R. 02-04-13 n° 9 Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale, inserendo la doppia preferenza di genere, visto che resta l’unica soluzione certa per non incorrere in futuro in situazioni come questa”.

LA LEGGE REGIONALE CHE CREA SCOMPIGLIO AL PRESIDENTE

All’articolo 1 si legge:”In ogni lista circoscrizionale nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 60% (sessanta per cento) dei candidati; in caso di quoziente frazionario si procede all’arrotondamento all’unità più vicina“.

La Consigliera osserva:”Tuttavia il principio della rappresentanza di entrambi i generi, in politica, non è consacrato soltanto a livello sovranazionale, con la Carta di Nizza, ora dotata di valore giuridico e che impone la parità tra i sessi ‘in tutti i campi’, e dalla nostra Costituzione che promuove condizioni di uguaglianza nell’accesso a tutti gli ‘uffici pubblici, ma anche dal nostro Statuto Regionale all’Art.6., nell’attuale normativa, l’assenza di donne negli Esecutivi delle Regioni, è già stata censurata dalle autorità giudiziarie, come è accaduto in Sardegna nel 2011 quando il Tar accolse il ricorso contro la Giunta regionale composta da soli uomini presentato dalla allora consigliera regionale del Pd Francesca Barracciu”. 

LA VIOLAZIONE 

Nel caso venissero formulati i decreti di nomina della Giunta senza tener conto di un equilibrio di genere “ma di più, addirittura, si verificasse l’assenza di Assessori donna” spiega Marinelli – lei si troverebbe a violare disposizioni contenute nella Costituzione Italiana. Il presupposto su cui si basa questo intervento Costituzionale è, infatti, che gli organi decisionali sono in grado di rispettare il principio della Presenza di Genere anche se non congruamente rappresentati, scegliendo discrezionalmente all’esterno del Consiglio Regionale, per quanto possibile”.

LA RICHIESTA

L’invito che la Consigliera rivolge a D’Alfonso è quello di “verificare che la Giunta Regionale d’Abruzzo sia composta in modo da garantire almeno la presenza di entrambi i generi, sperando che sia altresì assegnato, senza discriminazioni, un Assessorato di rilevante peso politico al genere meno rappresentato. Ciò non assicurerebbe certo un equilibrio doveroso, ma, vista l’attuale normativa Regionale vigente, la scelta ‘esterna’ rimane una discrezionalità possibile per individuare il Componente della Giunta al di fuori degli eletti in Consiglio”. 

 

ZdO

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