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Abruzzo, mancano lavoratori specializzati: il 59,6% delle assunzioni è a rischio

Abruzzo, mancano lavoratori specializzati: il 59,6% delle assunzioni è a rischio

In Abruzzo il 59,6% delle assunzioni nell’artigianato è difficile. Mancano lavoratori specializzati. Ecco perché.

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Il mercato del lavoro in Abruzzo si trova di fronte a una sfida sempre più complessa: la difficoltà nel reperire figure professionali adeguate.

Abruzzo, mancano lavoratori specializzati: il 59,6% delle assunzioni è a rischio. Nonostante i dati sull’occupazione sembrino offrire segnali incoraggianti, il gap tra domanda e offerta nel mondo del lavoro artigiano continua a crescere, mettendo in difficoltà le imprese locali.

Secondo un’analisi del Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, nel 2024 il 59,6% delle assunzioni nel settore artigiano risulta di difficile reperimento, una percentuale che supera di 9,2 punti la media generale delle imprese (50,4%). Il dato, in aumento rispetto al 55,6% registrato nel 2023, colloca l’Abruzzo al nono posto tra le regioni italiane per carenza di lavoratori qualificati nel settore artigiano.

Un allarme che si ripete

Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila torna a lanciare l’allarme in occasione della presentazione del progetto Consortia Mobility “Eurema – Eu employs Abruzzo”, un’iniziativa che mira a colmare il mismatch tra le esigenze del mercato del lavoro e le competenze disponibili. L’evento, ospitato nella Sala Consiliare del Campus universitario di Chieti, ha visto la partecipazione di figure di spicco del panorama accademico e istituzionale abruzzese. Presenti, tra gli altri, i rettori delle tre principali università della regione: Liborio Stuppia (Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara), Christian Corsi (Università di Teramo) ed Edoardo Alesse (Università dell’Aquila), oltre all’assessore regionale alla Ricerca, all’Istruzione e all’Università, Roberto Santangelo, e al direttore generale di Confartigianato Chieti L’Aquila, Daniele Giangiulli.

Il problema del reperimento delle figure professionali

Nel 2024, le assunzioni nelle imprese artigiane abruzzesi sono state complessivamente 13.630, di cui ben 8.130 risultano di difficile reperimento. Questo fenomeno, secondo gli esperti, è destinato ad aggravarsi nel corso dell’anno: solo nel mese di gennaio, su 10.720 ingressi previsti nel mondo del lavoro, il 54% riguarda profili per cui si fa fatica a trovare candidati adeguati. Un dato in crescita rispetto al 50,4% registrato nel 2024 per l’intero comparto.

Le professioni più richieste e, al contempo, più difficili da reperire rientrano principalmente in queste categorie:

Questa difficoltà non è distribuita in modo uniforme sul territorio regionale. Se nella provincia di Chieti il 56% delle nuove assunzioni di gennaio risulta problematico, nell’Aquilano la percentuale scende al 46% su un totale di 2.280 entrate nel mercato del lavoro. Situazione più critica a Teramo, dove il 59% delle 2.740 assunzioni previste incontra difficoltà, mentre a Pescara la percentuale si attesta al 52% su un totale di 2.320 nuovi ingressi.

Un possibile rimedio: il progetto Eurema

Di fronte a questa emergenza occupazionale, il progetto “Eurema – Eu employs Abruzzo” si propone come un’ancora di salvezza per le imprese e i giovani lavoratori. “Questo progetto rappresenta un’opportunità concreta per chi rientra in Abruzzo dopo un’esperienza all’estero” afferma Daniele Giangiulli, direttore generale di Confartigianato Chieti L’Aquila. “Grazie a un tirocinio di sei mesi finanziato dalla Regione, i giovani potranno acquisire nuove competenze in linea con le esigenze delle aziende locali, riducendo così il divario tra domanda e offerta”.

L’auspicio è che, grazie a iniziative di questo tipo, le imprese artigiane possano trovare le risorse umane necessarie a garantire la continuità produttiva e che i giovani abruzzesi possano trovare nuove prospettive professionali senza essere costretti a lasciare la regione.

Un problema che merita attenzione

Il tema della difficile reperibilità delle figure professionali non riguarda solo l’Abruzzo, ma è una questione nazionale. Tuttavia, la regione si trova ad affrontare questa problematica con una particolare urgenza, considerando il peso del settore artigiano nell’economia locale. La necessità di soluzioni efficaci e di lungo termine si fa quindi sempre più pressante.

Resta da vedere se il progetto Eurema riuscirà effettivamente a ridurre il divario tra offerta e domanda di lavoro o se sarà soltanto un palliativo temporaneo. Di certo, il problema non si risolverà da solo e richiede un impegno congiunto di istituzioni, imprese e mondo accademico per garantire un futuro più stabile al mercato del lavoro abruzzese.

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