“Io non riesco a essere aggressivo in rete perché, semplicemente, non lo sono di carattere”.
di Antonio Del Furbo
Questo mi ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Silvio Paolucci, in un incontro informale di pochi giorni fa all’Aquila. Una chiacchierata con al centro il tema della comunicazione, spesso aggressiva e senza limiti. Un’informazione che, quasi sempre, non si ferma alla battaglia politica ma scavalca i confini etici “prendendo a calci e pugni” l’anima della dignità umana.
Un colloquio, quello tra me e Paolucci, che, evidentemente, ha anticipato il gesto di qualche folle che questa mattina gli ha inviato una busta con un proiettile. All’interno, anche una lettera in cui sono state analizzate e argomentate tematiche sulla sanità.
“Per ora non posso dire nulla perché attendo gli accertamenti dei carabinieri”, ha spiegato Paolucci che è apparso scosso dalla vicenda.“Ci sono degli accertamenti in itinere, per cui normalmente non faccio commenti in queste situazioni – ha aggunto l’assessore – Posso dire di essere infastidito sì, ma preoccupato spero di no. Credo si tratti di un gesto individuale, di uno sconsiderato, che nulla ha a che vedere con l’imbarbarimento del confronto politico che pure purtroppo c’è e che riguarda l’utilizzo di aggettivi e sostantivi a mio avviso sbagliati”.
Al fatto che l’informazione c’entri poco o nulla sulla vicenda mi riservo di avere qualche dubbio. La lotta politica, oggi, si è trasformata in altro. Il nemico è da abbattere con ogni mezzo: giornali, tv, tribunali e giudici che siano. E poco importa se di mezzo ci va la dignità personale. E poco importa se di mezzo ci va anche l’intera società che, grazie a questi modelli, sta andando verso un imbarbarimento culturale che, probabilmente, non ha precedenti.
“Se l’assessore mi prende per il culo DEVE almeno abbassare la testa e farla finita di fare il buffone (visto che lo paghiamo noi) … quindi se qualcuno glielo fa capire questo concetto è meglio per tutti … visto che la nostra sanità sta andando all’aceto e lui dice che va tutto bene !!!”.
I commenti sui Social sono di questo tenore e si susseguono da questa mattina tra, fortunatamente, parole di solidarietà e condanna dell’accaduto. Siamo sicuri che la voce di certi imbecilli sia opera solo di un cervello non ben impiantato o di una tastiera che nasconde visi e nomi e cognomi? Credo, anzi ne sono sicuro, che qui in ballo ci sia la libertà individuale e il concetto di democrazia che, nel bene e nel male, ci ha portato a essere la nazione che siamo.
“Sfido chiunque a sedersi a un tavolo con me e a chiedermi tutto quello che vuole sulla Sanità abruzzese” mi ha spiegato ancora Paolucci durante il nostro incontro. “Ora ti chiedo: come posso fare per far capire alle persone che quello che è stato fatto è il massimo che si poteva fare e nel peno rispetto delle persone, dei conti e delle regole?”.
Poi la questione più politicamente interessante:“A me D’Alfonso non mi ha mai detto o imposto nulla in tema di Sanità”.
Ecco, appunto, Luciano D’Alfonso, governatore d’Abruzzo e senatore della Repubblica. Un clima d’odio, che va oltre quello politico, che tocca, ogni giorno, livelli imbarazzanti. Mi spingerò un po’ oltre ma a me sembra un clima da anni di piombo.
Per quello che mi riguarda, parole, armi e pugni pari sono. E noi tutti dovremmo fare un passo indietro se ci teniamo a questa società. Magari mettendo da parte interessi personali.