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Abruzzo, L’Aquila è una zavorra per l’ex Presidente di Confindustria Chieti. Costantini (ex Idv) applaude e un giovane aquilano gli scrive:”Chieda scusa”

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Sulle dichiarazioni di Paolo Primavera, ex Presidente di Confindustria Chieti, il coro di polemiche è alle stelle. Stizzito il Partito Democratico dell’Aquila e Massimo Cialente è su tutte le furie.

E come se non bastasse nella mischia si è buttato anche l’ex Idv, ex parlamentare, ex consigliere regionale ed ex candidato alla presidenza della Regione. Ha ragione Primavera” tuona Costantini “quando afferma che L’Aquila è un freno per l’Abruzzo da tutti i punti di vista, incluso quello politico.”

Cosa ha detto Primavera? In un’intervista al quotidiano locale Il Centro l’ex Presidente ha dichiarato, parlando della fusione delle strutture provinciali, che L’Aquila ha una paura tremenda di perdere centralità, anche in senso politico“. “Paura – ha aggiunto Primavera – che si porta dietro da decenni. L’Aquila ha sempre temuto il polo costiero di Chieti e Pescara e ha sempre fatto le barricate indebolendo la strategia di questa regione”E poi rincara la dose:”Vogliono ribadire che sono la città capoluogo? Bene, però devono smetterla di pensare solo al capoluogo”. Quindi l’attacco al sindaco del capoluogo in occasione della venuta a Pescara per sostenere la candidatura di D’Alfonso alla Regione:”ha avuto bisogno di qualcuno che gli indicasse la strada”. L’affondo finale è un aut aut per L’Aquila:”può anche andarsene col Lazio“. “Per la ricostruzione si è speso dodici miliardi che avrebbero dovuto portare occupazione ma che invece non hanno portato nulla”. Un fallimento per l’ex presidente dovuto soprattutto:“Alla loro tendenza all’isolamento”.

Ad applaudire l’uscita di Primavera, quindi, Carlo Costantini:”Ho personalmente vissuto una esperienza che non esiterei a definire surreale” riferendosi alla delibera sul referendum per la Grande Pescara. “Ad ogni occasione mi veniva opposto che, se non ci fosse stato qualcosa per L’Aquila, la delibera non sarebbe mai passata.” E non solo. Per Costantini la situazione attuale è:”ulteriormente peggiorata” in quanto “nessun rappresentante del ceto politico pescarese ha trovato il coraggio di dire che Primavera ha ragione; che L’Aquila è una zavorra per tutto l’Abruzzo, anche da un punto di vista politico; che in pratica, doveva sparire; ed è stata fatta sparire”.

Nella lotta entra anche Stefano Albano, segretario del PD dell’Aquila:”Capita di rado dover commentare considerazioni di una violenza e di un qualunquismo così smaccati da risultare surreali e stupide, in qualsiasi contesto vengano pronunciate”.

 

Netta Apindustria nel definire Primavera personaggio:noto per le sue uscite populiste in cerca di spunti di notorietà fini a se stessi e non certo rivolti al bene delle imprese abruzzesi comportandosi come i peggiori politici che, quando non hanno argomenti, si appellano a facili dispute campanilistiche”. E aggiunge:”Una persona intelligente che intende ricoprire un simile ruolo primario parlerebbe di un programma di sviluppo legato al rilancio dell’industria locale, della valorizzazione di produzioni caratterizzanti, di infrastrutture, di lavori pubblici ed anche della ricostruzione, ma senza citare cifre assurde e procedure ridicole probabilmente frutto di un’approssimativa navigazione on line, ma l’intelligenza, purtroppo, non si può pretendere”.

Indignati anche aquilani come il giovane Alessio Ciccone che invita Costantini a scusarsi:”Sig. Carlo Costantini, a scriverle è un semplicissimo ragazzo Aquilano che fa parte della zavorra Aquilana. Vorrei dirLe – aggiunge Ciccone – che le sue affermazioni offendono un popolo che con dignità ogni giorno cerca di riprendersi il proprio futuro, lavorando in un contesto Le assicuro difficile. Le sue affermazioni offendono tutti, La invito a fare le scuse alla città intera che ha avuto solo la sfortuna di subire una delle più brutte catastrofi che la natura possa generare. Oggi Lei attacca la nostra città, ma cosa ha fatto negli anni in cui era Consigliere Regionale? Mi rendo conto che gli anni passano e si finisce nel dimenticatoio, ma provare a far parlare di sé con queste uscite è assurdo. Se la mia città oggi frena l’’Abruzzo come dice Lei, qualcosa non ha funzionato proprio a partire dalla classe dirigente di cui Lei faceva parte. Ora La saluto, invitandola a non parlare in modo offensivo di popolo meraviglioso, il mio popolo. Approfitti di due, tre giorni di riflettori, dopodichè torni al suo lavoro, il tempo passa per tutti, ed il suo tempo politico oltre ad essere stato infruttuoso è finito”.

ZdO

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