Succede sempre così. In questo periodo di crisi in tanti si sciacquano le bocche con parole tipo ‘tagli’, ‘riduzione spesa pubblica’, ‘tetto degli stipendi’ ma ce ne fosse uno, tra questi ciarlatani, che fosse coerente con ciò che professa a destra e a manca. Specie su Facebook.
Succede sempre così. In questo periodo di crisi in tanti si sciacquano le bocche con parole tipo ‘tagli’, ‘riduzione spesa pubblica’, ‘tetto degli stipendi’ ma ce ne fosse uno, tra questi ciarlatani, che fosse coerente con ciò che professa a destra e a manca. Specie su Facebook.
Insomma, se c’è crisi la colpa è sempre e solo della politica. Se la politica ha le colpe essa stessa deve pagare. Punto. Siamo d’accordo. Ci mancherebbe. Ma ci chiediamo: dipendenti pubblici, tribunali, magistrati, funzionari, controllate, compartecipate, funzionari, dirigenti, componenti di Cda, banche, non pagano mai? A quanto pare no. Anzi: basta vedere cosa è stato capace di combinare in questi giorni il governo Letta. Roba da pazzi. Da giocatori di Slot-machine. Tanto per dirne una. Sempre che la senatrice Federica Chiavaroli (Ncd), autrice del famoso ’emendamento 1150′ del decreto Salva Roma, che riduceva i trasferimenti dello Stato agli enti locali che avrebbero posto ostacoli normativi al proliferare di slot-machine, non se la prenda a male.
Ora, in Abruzzo, è tempo di tribunali. Qualche giorno fa la senatrice sterminatrice, Stefania Pezzopane (Pd), ha gridato al golpe:”È stato abbastanza inquietante il colpo di scena verificatosi in Commissione Bilancio, dove il sen. Azzolina (Ncd), ha sbarrato la strada all’emendamento salva-Tribunali abruzzesi, invocando l’art. 81 della Costituzione (pareggio di bilancio). L’emendamento era stato ritenuto ammissibile dalla Commissione Affari Costituzionali – ha tuonato la possibile candidata governatrice abruzzese del Partito Democratico – presieduta dalla sen. Finocchiaro (pensa un po’ come siamo messi) e aveva ricevuto la disponibilità del governo, in particolare del ministero di Giustizia, grazie anche al lavoro del sottosegretario Legnini”. E qui un olè ci sta. Olè. Poteva mancare la firma, o meglio l’apporto, del più ricercato Sottosegretario dalle tv locali abruzzesi? Certo che no.
L’emendamento chiedeva la proroga di dieci anni per derogare la riforma delle circoscrizioni giudiziarie nelle province abruzzesi, che interessa i Tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, ed evitarne la soppressione. “Sono allibita dalla superficialità con cui il sen. Azzolina ha bloccato l’emendamento, in evidente contrasto con quanto il Ncd ha sostenuto per i tribunali a rischio soppressione – ha proseguito la senatrice – . Addurre come motivazione del diniego i costi dello Stato è assurdo e paradossale. I costi aumenterebbero se si proseguisse con l’ipotesi dell’accorpamento dei tribunali di Sulmona e Avezzano con L’Aquila”. Come dar torto al terzetto Cetra Pezzopane-Legnini-Finocchiaro? Anche la matematica non può nulla contro di loro. La spesa aumenta se si riducono i tribunali. Sì, certo.
Esiste persino un comitato per la difesa dei tribunali e che propongono un referendum popolare sulla chiusura o meno. Ussignore. Angelo Marzochella, in rappresentanza del Consiglio regionale della Campania, è stato capace di dire che:”Bisogna tenere conto dei disservizi che questa riforma ha provocato per i cittadini. Dai luoghi più lontani come ad esempio Ischia o Capri, in molti non riescono ad accedere alla giustizia”. Pare si fosse anche preparato il discorso questo genio.
Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario all’Aquila gli avvocati hanno persino abbandonato la cerimonia. Peccato che non abbiano abbandonato l’Italia.
Mercoledì, però, la svolta sulla chiusura dei tribunali:”Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione del provvedimento varato in commissione Bilancio del Senato che proroga per altri tre anni la riforma delle circoscrizioni giudiziarie nelle province abruzzesi”. Chi gioisce di tale miracolo? L’onorevole Filippo Piccone (Ncd) che ha abbracciato la senatrice Chiavaroli per ringraziarla dell’impegno in Commissione Bilancio. La notizia, quindi, è che Piccone ha cambiato gusti: all’indomani delle elezioni politiche abbracciò Legnini, ora la Chiavaroli. Non vorremmo essere nei suoi panni.
Felice come una colomba pasquale che si poggia sulla spalla di Barack Obama, anche la Pezzopane:”Si tratta di un risultato molto importante per il rilancio dell’Abruzzo”. Certo, rilancio dell’Abruzzo verso i paesi dell’Africa centrale. Ancora più soddisfatto il ‘sempretriste’ Legnini:”Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione degli emendamenti sulla proroga di ulteriori tre anni della soppressione dei tribunali di Avezzano, Sulmona, (L’Aquila) Lanciano e Vasto (Chieti), motivata con il persistere dell’inagibilità dei tribunali di L’Aquila e di Chieti”.
Insomma chi paga la crisi lo sappiamo: lavoratori, imprese e pensionati. Chi non la paga i soliti: senatori, onorevoli, banche, magistrati e avvocati. E nemmeno Legnini e Finocchiaro visto che sono avvocati.
ZdO