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Abruzzo: Gianni Chiodi non aveva raccomandato Letizia Marinelli

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Dunque la vicenda è chiusa. L’ex presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, non ha favorito in nessun modo Letizia Marinelli per fargli ottenere il posto di Consigliera di parità nel luglio del 2011. E ora chi pagherà per la fanghiglia giornalistica buttata sui protagonisti?

David Mancini, sostituto procuratore dell’Aquila, ha chiesto l’archiviazione per Gianni Chiodi, indagato per abuso d’ufficio. Nel caso specifico, quindi, non c’è stata nessuna spintarella per la Consigliera. La Marinelli ha infatti superato regolarmente le selezioni insieme alle altre concorrenti conquistando la carica che è stata poi formalizzata con decreto ministeriale su designazione dell’intera Giunta regionale. Sempre per Mancini, tutto è avvenuto alla luce del sole con il vaglio pubblico dei titoli e dei curriculum di tutte le candidate. Non solo. Successivamente una commissione esterna ha scremato dei nominativi e che poi è stata ripassata alla Giunta per la valutazione e inviata al ministero per la nomina.

Tutto è bene ciò che finisce bene? Forse. In un Paese civile (ma non è il caso dell’Italia) qualcuno dovrebbe porsi qualche domanda e darsi qualche risposta. Almeno provarci. Dovrebbero provarci quegli ‘autori’ di servizi diffusi per mezzo di ‘carta straccia’ o di onde elettromagnetiche (anche pubbliche) che tanto male fanno al pensiero umano. 

Chi ripagherà i protagonisti della vicenda di titoli al vetriolo con un retrogusto femminista anni’60? Rimane, certo, l’aspetto privato e personale. Ma era giusto rendere pubblico qualcosa che non appartiene alla sfera pubblica?

Eppure le carte erano lì, a disposizione di chiunque le avesse volute leggere.

All’epoca scrivevamo:

“La bufera, per ciò che la riguarda, è stata solo mediatica. Nessuna procura ha aperto un’inchiesta e, soprattutto, nessun soldo pubblico è stato usato a danno della collettività. E le carte parlano chiaro. Quelle carte che molto spesso arrivano nelle redazioni dei giornali spedite da topi di tribunali. Ma leggere le carte annoia molti e costa lavoro, il gossip, invece, interessa tanti e fa vendere copie. Tante copie.” 

Qui le interviste: 

Prima parteSeconda parteTerza parte

Appare strano come solo Zone d’Ombra abbia portato all’attenzione dei cittadini alcuni aspetti della vicenda. E appare ancora più strano che la decisione del pm non sia rimbalzata su testate nazionali. Strano e inquietante.

ZdO 

 

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