Fusione è fatta. Pare. Con politici e politicanti è sempre cosa buona e giusta non dare mai nulla per scontato. Le tre aziende di trasporto pubbliche abruzzesi si fonderanno in un’unica entità con la benedizione dei sindacati. Ma, ovviamente, i generali della politica locale si bombardano a vicenda riaffermando, a modo loro, i meriti dell’operazione.
Il consiglio regionale ha approvato a maggioranza il provvedimento sulla realizzazione della società unica di trasporto regionale, attraverso la fusione con incorporazione in arpa degli altri due sodalizi pubblici Gtm e Sangritana. Un progetto da anni al vaglio della Regione che però non tutti hanno votato lo scorso 9 dicembre. Compatta nella votazione maggioranza e Movimento 5 stelle, astenuto il centrodestra.
Che succede ora? Una cosa a dir poco rivoluzionaria: che la politica ha finalmente messo mano ad una riforma che sfoltisce alcune delle società pubbliche. Aziende che, in molti casi, hanno rappresentato e continuano a rappresentare carrozzoni che i cittadini devono pagare senza avere nulla in cambio. Un sistema, quello pubblico, intoccabile, fatto di privilegi e che raffigura una perfetta sintesi dell’azienda Italia.
Se per alcuni il passo è stato definito “storico” da altri ha rappresentato una semplice “riformetta”. Parole che hanno acceso la polemica ‘facebookiana’ tra due eterni rivali: Camillo D’Alessandro e Gianni Chiodi.
“Ancora una riformetta che viene spacciata per Riforma dei Trasporti – tuona l’ex governatore abruzzese – . La Fusione di Arpa e GTM era già legge da qualche anno. Ora è stata inserita anche la Sangritana che noi avevamo rinviato ad altro momento”. E perché il centrodestra aveva optato per un rinvio per l’azienda di origini lancianesi? Perché:”Tra l’altro rimane ancora sconosciuta la possibilità di mantenere invariati i contributi sostitutivi erogati che per Arpa sono 2 euro a km, 4 euro per Gtm e ben 8 euro per Sangritana”.
Quindi l’intenzione della passata amministrazione regionale era quella di:”perseguire anche un aumento della capacità competitiva della Newco nella competizione tra aziende, in un mercato che si va, sia pure lentamente, liberalizzando ed aprendo alla concorrenza, anche a livello internazionale”.
Bene. A questo punto arriva il colpo di scena e il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale, Camillo D’Alessandro, che interviene a gamba tesa sul ‘muro’ di Chiodi:”Spieghi piuttosto come mai Lei prima ha approvato la proposta di fusione (solo gomma ) in Giunta il giorno 11/07/2011 ma si è guardato bene di portarla all’approvazione del consiglio. Spieghi – continua D’Alessandro – che la norma approvata solo a dicembre del 2011 fu un emendamento del PD che faceva diventare legge la società unica ma che lei si è guardato bene da realizzarla. Spieghi come mai, nonostante il deliberato unanime del consiglio regionale il primo agosto 2012, che la impegnava a procedere nella costituzione della società unica lei poi non ha proceduto. Insomma spieghi come mai lei nonostante l’obbligo di legge non ha mai provveduto.
Allora vinsero i veti e gli sgabelli, oggi vincono le riforme. Ci si aspetta da Lei, da uno che è stato Presidente ed è punto di riferimento il volo alto della verità.”
La questione si fa interessante e, nel giro di pochi minuti, arriva la risposta di Chiodi:”ma era già legge o no la fusione tra ARPA e GTM? E comunque anche oggi, con la vostra, non mi sembra che la fusione sia avvenuta. Mi sembra che abbiate sottovalutato le difficoltà operative e ceduto alle pressioni sindacali un pò troppo. Noi prima di procedere operativamente volevamo che i sindacati accettassero un aumento della produttività aziendale per ridurre i costi e favorire i contribuenti. Voi no. Dico solo che la vostra legge, per due terzi, era gia legge della regione. Non mi sembra una super riforma”.
Il braccio destro (o sinistro) del predicatore di Manoppello ribatte:”Presidente, nessuna polemica, il punto è che una delibera dal 2011 che diventa legge nel 2012 impone la conseguente e puntuale attuazione. I sindacati con voi hanno sottoscritto un verbale che prevedeva l’automatica applicazione del trattamento di secondo livello. Nell’ordine del giorno di ieri abbiamo previsto che ciò avvenga nel rispetto delle disponibilità reali e all’interno di una nuova organizzazione produttiva . Mai come questa volta i sindacati hanno fatto la loro utile parte.”
Nel bel mezzo della ‘mazzate’ arriva, a sorpresa, il commento dell’ex sindaco di Pescara Carlo Pace che sculaccia i due ‘ragazzi’:”E smettetela! L’importante è che si porti a compimento questa fusione a vantaggio, sia funzionale che economico, per tutti i cittadini!”
Niente da fare, D’Alessandro insiste:”il punto mi consenta non è smetterla, ma esattamente il contrario, non smettere mai di fare, il contrario si chiamano scuse, poi avverto come mio dovere informare, quindi comunicare, anche con un confronto. Ma non mi occupo di direttori generali”.
E i cittadini sarebbero anche curiosi di sapere quando potranno fare completo affidamento per la mobilità nel servizio pubblico tutti i giorni della settimana e a qualsiasi ora. Forse mai, perché in quel caso i privilegiati del pubblico impiego scenderanno ‘armati’ nelle strade.
ZdO