Botta e risposta a distanza tra l’ex assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, e l’ex sindaco di Civitella Messer Raimondo, Paolo Di Guglielmo, sul cedimento della variante costata 10 milioni di euro.
A meno di ventiquattr’ore dal post di Zone d’Ombra, Mauro Febbo replica, con un comunicato stampa, alle dichiarazioni fatte da Di Guglielmo che definisce “pretestuose”. “Forse l’ex Sindaco di Civitella Messer Raimondo – dichiara Febbo – si è lasciato prendere la mano perché è ancora giustamente scosso dopo la brutta avventura di qualche giorno fa, quando due spazzaneve della Provincia di Chieti lo hanno recuperato durante una bufera di neve sul Passo della Forchetta a Palena; semmai lo avesse dimenticato quei mezzi sono stati acquistati quando ero Presidente”.
Febbo la butta sull’ironia per rivelare una verità:”il primo lotto fu appaltato dall’allora Presidente Pulsinelli” chiarendo di aver trovato, al momento dell’insediamento, “il secondo lotto già finanziato“. Dunque:”Di Gugliemo, che è stato un buon amministratore, può facilmente intuire che mai avrei potuto esimermi dal procedere avendo trovato già assunti provvedimenti di cui avrei risposto alla Corte dei Conti. Voglio altresì rimarcare che nel 2002 la Conferenza dei Servizi, che lui stesso menziona, alla quale parteciparono ben 13 sindaci del comprensorio tra cui Fara San Martino, Palombaro, compreso il predecessore di Di Guglielmo, diedero parere favorevole. Da quel parere poi era impossibile uscire come un buon amministratore, come lo è stato lui, sa”.
Mani legate, quindi, per l’ex presidente della Provincia di Chieti in merito all’approvazione dell’opera. Febbo affonda la lama e ricorda a Di Guglielmo che:”nel periodo 2009-2014 si sono verificati altri pericolosi cedimenti sul tratto stradale provinciale, regolarmente segnalati, ma nessun tipo di intervento è stato eseguito dall’Assessorato ai Lavori pubblici. Forse altri hanno grandi responsabilità anche solo a valutare il periodo temporale“. Il Consigliere regionale di Forza Italia si chiede anche:”ma davvero le responsabilità di certe criticità sono sempre riconducibili alle figure apicali degli Enti? È possibile che non vengano mai chiamati in causa i tecnici interni agli Enti e soprattutto non c’è mai nessuna responsabilità dei professionisti che hanno progetto, diretto e collaudato l’opera???”.
Almeno su quest’ultimo punto Di Guglielmo e Febbo pare siano d’accordo. Non è pensabile, infatti, che le responsabilità per la realizzazione di un’opera del genere siano tutte della politica. Perché i tecnici incaricati non hanno detto ai politici che su un versante argilloso di categoria R3 ed R4 del PAI (piano assetto idrogeologico della regione abruzzo) era sconsigliabile costruire una strada? La cosa apparirebbe ancor più grave se gli ingegneri avessero avvertito gli amministratori e quest’ultimi avessero comunque avallato la realizzazione dell’opera.
Antonio Del Furbo