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Abruzzo, banca mette in ginocchio imprenditore:”all’asta beni per 4mln di euro a fronte di un debito di 700mila euro”

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Lo storico imprenditore abruzzese, Vincenzo Gentile, ha lanciato un appello affinché qualcuno lo aiuti per difendersi dall’aggressione di una banca. “Vi chiedo un aiuto morale perché il nostro locale e tutti i sogni che lì sono nati e che ciascuno di noi ha coltivato, non chiuda per sempre” scrive nell’annuncio diffuso sulla pagina Facebook.

Secondo Gentile la Carichieti, banca che ha denunciato in sede penale per usura alla Procura della Repubblica di Pescara lo scorso maggio per via “di interessi calcolati oltre la soglia usuraia”, avrebbe aggredito tutte le proprietà impedendogli di fatto di svolgere ogni attività imprenditoriale.

“La banca – precisa l’imprenditore – a fronte di un residuo debito in linea capitale di circa 700mila euro, nonostante sia stata notiziata del calcolo usurario degli interessi applicati, ha messo in vendita il mio attico di Pescara (che di per sé solo sarebbe sufficiente a coprire ampiamente il debito con l’istituto) e, come se non bastasse, ha messo all’asta anche l’unica discoteca degli abruzzesi, il CAESAR, che vale almeno altri 4 milioni di euro“.

Quindi l’appello:”Amici, fate per favore sentire la vostra voce a tutti i livelli, scrivete alla stampa, tv, radio, interessate trasmissioni di rilievo nazionale, “porta a porta”, “la gabbia”, “striscia la notizia”, “le iene”: quello che sto subendo é inaudito !!!”. Gentile non esclude ad agire sulla Carichieti con una Class action insieme ad altri imprenditori “per difenderci e per cercare di farla commissariare”. 

Gentile, che era anche editore dell’emittente locale Tele 9, spiega di aver dovuto svendere la tv:”per 400mila euro consegnati alla Carichieti per ottenere una moratoria nelle procedure esecutive iniziate a mio danno”.

L’imprenditore invita i suoi sostenitori, amici e clienti ad informarsi direttamente su Google sulla banca che lo “perseguita”. “Ricordiamo tutti il caso ‘Flashbank’ che nel 2011 hanno portato agli onori delle cronache il caso con conseguenti ispezioni della Banca d’Italia ripetute negli anni. È forse per questo che anziché aiutarmi e, con me aiutare, gli imprenditori abruzzesi, attivi e geniali che hanno sempre dato lustro all’Abruzzo e garantito un posto di lavoro a tantissimi ragazzi, la banca preferisce aggredirmi per qualche spicciolo (il cui pagamento é ampiamente ed adeguatamente garantito con il mio patrimonio immobiliare)” aggiunge. E conclude:”Il giudice Marganella non solo mi ha negato la nomina di un CTU , ma ha respinto tutto sostenendo che la Carichieti, fino all’ottenimento e alla soddisfazione del suo credito, fa bene a vendere sia la casa che la discoteca , pur avendo questi un valore di gran lunga superiore all’ammontare del mio debito”.

ZdO

 

 

 

 

 

 

 

 

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