La procura di Torino ha inviato ai pm di Milano, che indagano sull’ex sostituto procuratore Andrea Padalino, alcuni atti di un’altra inchiesta che ruota intorno al civilista Stefano Manzoli. Quest’ultimo durante un interrogatorio ha riferito che Padalino “è venuto all’hotel San Rocco con la scorta e la famiglia. Le camere non sono state pagate, ma addebitate sul conto personale di Giacomini Andrea”, proprietario dell’albergo.
“Come si chiama quando tu vai a gratis in un hotel con dodici persone per quattro notti a Pasqua del 2016? Come si chiama quel reato lì?”.
A chiederselo al telefono era un avvocato, impegnato nella gestione di quell’albergo in riva al lago d’Orta, a commento della notizia dell’inchiesta sull’ex sostituto procuratore di Torino, Andrea Padalino, accusato di abuso d’ufficio dai pm di Milano. E proprio a loro la procura torinese ha inviato alcuni atti dell’indagine che ruota intorno al civilista Stefano Manzoli, arrestato lo scorso febbraio per una vicenda di false fatturazioni, evasione fiscale e bancarotta.
L’8 maggio scorso Manzoli è comparso davanti al sostituto procuratore Mario Bendoni e ad alcuni investigatori della Guardia di finanza per essere interrogato. Gli inquirenti gli chiedono delucidazioni su alcune dichiarazioni intercettate. La prima conversazione è del 15 giugno 2018 e riguarda la notizia dell’inchiesta sulla presunta “cricca” dei favori nel Palazzo di giustizia di Torino, da cui è nata poi l’inchiesta su Padalino. Manzoli, commentando il coinvolgimento di Pierfranco Bertolino, diceva:
“Ha fatto il cazzone, ma è il magistrato che i favori li ha presi alla grande e alla grande”.
L’altra persona gli dice che Bertolino
“ha fatto le cose con superficialità”
e Manzoli prosegue:
“Tu non puoi offrire questo e quello a un pm”. “Perché tanto questi te lo metteranno sempre nel culo”. “Minchia, gli faccio io l’elenco dei regali che ha preso”. “Alla fine il tipo l’hanno spostato ad Alessandria. Invece Bertolino si è distrutto”.
Durante l’interrogatorio, dopo la lettura delle intercettazioni, Manzoli chiede di poter parlare col suo avvocato, Matteo Grognardi. L’interrogatorio viene sospeso per due minuti. Poi racconta quanto appreso quando lavorava nella gestione di un hotel quattro stelle a Orta San Giulio in riva al lago d’Orta.
“Il dottor Padalino Andrea è venuto all’hotel San Rocco con la scorta e la famiglia (lui, la compagna, le tre figlie e forse la suocera) e sono stati tre notti, credo ma non voglio dire una inesattezza. Io l’ho visto materialmente, ero in hotel quei giorni. Me lo ha presentato Fabio Pettinicchio”. Si tratta, riferisce Il Fatto, di un brigadiere della Guardia di finanza sospeso perché coinvolto in un’indagine su dei giri di prostituzione in alcuni night club vicino ad Arona (Novara) e condannato a cinque anni dalla Corte d’appello di Torino per “reati in materia di sfruttamento della prostituzione”.
“In seguito – riprende a raccontare Manzoli – ho saputo che le camere non sono state pagate, ma addebitate sul conto personale di Giacomini Andrea. L’input di fare questa operazione credo sia arrivato da Fabio Pettinicchio, che era l’addetto alla sicurezza dell’hotel. È stato Pettinicchio a chiedere a Giacomini l’addebito per le notti di Padalino sul conto dello stesso Giacomini Andrea”.
Secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Torino e la procura di Milano il magistrato avrebbe aiutato l’avvocato Bertolino a predisporre la difesa del brigadiere nel processo d’appello. Si tratta di un episodio avvenuto il 13 settembre 2017 (più di un anno dopo quella vacanza) per il quale i procuratori aggiunti di Milano Eugenio Fusco e Laura Pedio accusano Padalino di abuso d’ufficio.