Che partito sarà Italia Viva il nuovo soggetto politico di Matteo Renzi? A spiegarlo, in un’intervista al Corriere, l’onorevole Maria Elena Boschi.
“Grazie a Italia viva il governo avrà più parlamentari non meno” spiega l’ex sottosegretario. “Quanto a Salvini, noi siamo quelli che lo hanno messo nell’angolo, non che lo hanno resuscitato. Abbiamo accettato persino di votare coi 5 Stelle pur di non dargli i “pieni poteri”. Erano altri quelli che volevano andare a votare a tutti i costi, non noi”.
E quando gli si chiede della necessità di mettere in piedi l’ennesimo partito, precisa: “Da qui alle elezioni del 2023 c’è tanto tempo. E se senza logo, senza una sola iniziativa, senza niente siamo stimati al 5% credo che la cosa debba far riflettere. Penso che Italia viva non sarà un partitino. Ma che ve ne fosse bisogno non c’è dubbio: c’è una prateria intera per chi non vuole seguire gli estremismi di Salvini, fondare la società solo sull’assistenzialismo o diventare socio della Casaleggio”.
Poi, l’accenno al programma di governo che, sottolinea, “per noi è vincolante. Conte si è impegnato in Parlamento, noi siamo impegnati con Conte. Il punto che per noi ha maggiore rilevanza è il Family act al quale sta lavorando la ministra Bonetti: asili nido, assegno per le famiglie, misure per le donne”. Sulle manovre regionali in Umbria assicura: “Non ci candideremo in nessuna delle prossime elezioni regionali. Ovviamente vediamo di buon occhio le candidature civiche, sia in Regione che nelle amministrazioni comunali”.
Un addio al Pd molto sofferto: “Lasciare tanti amici con cui si sono fatte riforme epocali fa male. Ma sono convinta di ciò che abbiamo fatto. E soprattutto di ciò che faremo. Rimettere al centro le donne, parlare ai piccoli imprenditori come agli artigiani, disegnare uno sviluppo sostenibile. Inutile insistere per recuperare un rapporto irrimediabilmente compromesso: lasciamoci senza rancore. Noi andiamo, se tornano D’Alema e Speranza buon per loro”.
“I nuovi gruppi saranno Martedì saranno 27 alla Camera e 15 al Senato. C’è ancora qualche incerto, non più di una decina di colleghi, che ci raggiungerà entro il mese di ottobre, alla Leopolda”.
Sulla riforma della Giustizia è netta: “Il testo che uscirà dal confronto della maggioranza sarà votato anche dai nostri”.
La Boschi spiega di preferire il maggioritario al proporzionale: “saremo vigilanti in Parlamento ma soprattutto impegnati nella società, nelle piazze, nelle fabbriche”.
Sul nuovo partito c’è grande fermento: “Se lei vedesse come squillano i telefoni, quante email e sms arrivano, quanta gente si offre per dare una mano resterebbe stupita.”