Il suo nome era Marta e, il 15 aprile 2019 a soli 40 anni, ha scelto di morire impiccandosi. “Non la troverete in nessuna statistica di morti per suicidio perché non abbiamo informato nessun organo di stampa; l’ha fatto in casa sua a Roma, ci ha lasciato uno scritto sul tavolo della cucina, due mozziconi di sigaretta nel posacenere, il telefono in modalità aerea, una bottiglia di vodka e troppo dolore”.
A raccontare la storia è stata la mamma di Marta, Cristiana, al Fatto. “Marta era una persona fragile, molto profonda, spirituale e colta. Marta era bella, aveva la capacità di entrare nei cuori, di trovare parole adatte per comunicare, questo mondo è certamente più povero senza di lei. Marta non riusciva più ad affrontare la vita, troppo difficile per me, come ha testualmente lasciato scritto. Aveva una famiglia che la amava, un lavoro, un ragazzo, tantissimi libri, tanti pensieri profondi e nascosti. Da quel momento io non sono più quella che ero, un tornado mi ha scaraventato in un’altra dimensione sconosciuta e crudele. Ma l’intento di questa mia lettera non sono io né la mia famiglia, i survivor come veniamo definiti dalla poca letteratura in merito al suicidio.”
Mamma Cristiana dice di raccontare la sua storia perché la totalità degli organi di stampa non hanno dato voce a questa drammatica morte.
“Vi scrivo per denunciare il silenzio degli organi di stampa riguardo alle morti per suicidio che rappresenta la seconda causa di morte tra gli adolescenti; spesso per notizie così si spendono quattro parole in un trafiletto che si conclude quasi sempre con – soffriva di depressione- . In Italia esiste un solo centro di prevenzione al suicidio e supporto ai survivor del Sant’ Andrea di Roma diretto dal professor Pompili, unico suicidiologo in questo nostro strano paese. Pompili fa molto con poco, è una goccia lucente nella disperazione. Ogni anno è come se scomparisse un paese intero. Molto spesso chi sceglie il suicidio è tra le persone più colte, profonde e possiede un’ anima raffinata. Come Marta che incantava tutti coloro che la conoscevano. Io non ho la risposta alla grande domanda- perché l’ha fatto?- . Gli anni che mi resteranno da vivere non saranno sufficienti per trovare la risposta.”