Si chiamava Giulio ed era un bimbo pieno di vita. Giulio correva, si arrampicava su per le scarpate e non si fermava mai. Oggi Giulio non c’è più.
Giulio aveva appena 3 anni quando è mancato. “Non è possibile che un bambino forte e sano sia morto così, da un momento all’altro” dice il papà Luca. Il piccolo lo ha visto morire in dodici ore. “Lunedì mattina stava bene, poi intorno all’una ha cominciato a lamentarsi di forti dolori alla pancia. Un’ora dopo eravamo già all’ospedale” racconta la mamma Erica.
Una storia accaduta a Valli del Pasubio, un piccolo comune di tremila anime. Al Pronto soccorso il bambino appariva molto debilitato: “Anche il medico, quando l’ha visto, mi ha chiesto se fosse sempre tanto pallido”. A quel punto il medico individua il problema nella disidratazione e fa prendere al bimbo dell’acqua e zucchero. La temperatura corporea intanto saliva, così i sanitari dell’Usl 7 gli hanno somministrato una tachipirina senza fare “alcun esame, solo le palpazioni addominali” riferisce Erica. “Giulio aveva appena preso le medicine, forse anche per quello il dolore era diminuito, e così ci hanno rimandati a casa”.
Ora è stata aperta un’inchiesta e a chiarire come è morto Giulio sarà l’autopsia.
“Una cosa possiamo dirla: avrebbero potuto fare qualche esame in più, magari così sarebbe emerso qualche valore fuori scala, qualche campanello d’allarme” precisa il papà di Giulio. Invece non gli è stato fatto nessun prelievo di sangue, non gli è stata misurata la pressione, né la glicemia. Non l’hanno neppure trattenuto una mezz’ora in osservazione, giusto per capire come si evolveva la sua situazione”.
La diagnosi è stata fatta soltanto la seconda volta, ovvero quando il bimbo è stato ritrasportato in ospedale: diabete. Ma ormai era tardi. Troppo tardi.