Le relazioni erano false e avevano l’obiettivo di togliere i bambini alle famiglie e darli in affido, il tutto sotto le pressioni pesanti e continue dei superiori.
Era il cosiddetto “sistema Bibbiano“. A spiegarlo agli inquirenti è stata una delle assistenti sociali indagate nell’ambito dell’inchiesta Angeli e Demoni, accusata di falso ideologico, frode processuale, violenza privata e tentata estorsione. E per questo contributo alle indagini, Cinzia Magnarelli ha ottenuto la revoca della misura cautelare e potrà tornare a lavorare a Montecchio Emilia.
“È vero, ho modificato quelle relazioni ma l’ho fatto a causa delle pressioni che subivo dai miei superiori. Mi sono adagiata per del tempo ma poi non ce la facevo più: per questo ho chiesto il trasferimento”, ha detto la donna. Un racconto utilissimo per le indagini. “Il clima era quello un po’ della caccia alle streghe…” ha riferito ancora la donna che aveva richiesto il trasferimento.
“Io ho sempre pensato di muovermi nella massima tutela per i minori […] Il motivo per cui ho deciso di fare richiesta di trasferimento dal servizio che stavo svolgendo a un altro servizio, sempre nella pubblica amministrazione, è che mi ero resa conto che il servizio sociale utilizzava come criterio principe il controllo invece dell’aiuto”. E, aggiunge, “Laddove certe problematiche si sarebbero potute risolvere con il supporto alle famiglie, si prediligeva comunque la valorizzazione degli elementi che potevano portare a una richiesta di trasferimento del bambino a sede diversa da quella familiare. Nel corso del tempo ho metabolizzato il funzionamento del sistema. Il lavoro che facevo all’ interno dell’equipe veniva criticato dai miei superiori. Nelle relazioni che sarebbero poi state mandate alla magistratura c’era sempre una predilezione per una visione dell’educazione del bambino scollegata dalla famiglia. Non veniva ritenuto equo e adatto il supporto all’interno della famiglia…”.