Brutto periodo per il Consiglio superiore della magistratura. Infatti, l’organo di controllo dei magistrati rischia l’auto scioglimento per via dell’inchiesta di Perugia che sta portando nuovi elementi riguardo il mercato delle nomine per le procure italiane, Roma fra tutte.
Cinque i consiglieri coinvolti ufficialmente, altri nelle carte di Perugia, su 24. “Mai intervenuto per suggerire un nome, solo criteri generali” ha detto il Presidente Mattarella. Il capo dello Stato precisa anche di non aver mai ricevuto il deputato pd Luca Lotti per parlare della sua inchiesta e, soprattutto, che il Quirinale non gestisce alcun tipo d’informazioni giudiziarie da diffondere.
Mattarella non ha mai parlato con nessuno di specifiche nomine di magistrati ma è vero, però, che in via generale ha richiamato più volte i consiglieri del Csm al rispetto rigoroso dei criteri obiettivi e delle regole. In particolare, convocando al Colle i consiglieri, ha raccomandato di seguire l’ordine temporale. È del tutto falso che si sia mai occupato della procura di Gela.
Per quello che riguarda Morlini, Cartoni, Lepre e Criscuoli hanno tenuto “comportamenti non corretti” quando in un dopocena hanno incontrato Lotti con Luca Palamara, il pm di Roma all’origine dell’inchiesta di Perugia toghe sporche. E hanno “divulgato atti coperti dal segreto istruttorio e sono venuti meno al dovere di riservatezza”. Morlini, che il giorno prima aveva lasciato Unicost, si dimette. Ammette di “aver compiuto un errore”, lo derubrica a “leggerezza”, ma per “senso di responsabilità istituzionale” decide di lasciare. Gli altri tre rimangono.