“Ho detto ai colleghi: così ci suicidiamo. Non hanno capito che un conto è parlare con i politici, un altro farlo con uno inquisito come Lotti”
A parlare così il presidente dell’Anm che, dopo appena due mesi, si è dimesso. “Mi pare di vedere dei ballerini che ballano sul ponte mentre il Titanic va verso l’iceberg” ha detto Pasquale Grasso in un’intervista a Repubblica. Dunque, una precisazione sulle sue dimissioni:“Non mi sta sacrificando nessuno. So cosa pensa il mio gruppo, ma io, Pasquale Grasso, giudice civile, padre di quattro figli piccoli, voglio seguire il mio rigore logico, la mia moralità intellettuale. Certo, Magistratura indipendente sta sbagliando nella difesa fideistica dei suoi consiglieri”.
Grasso si era astenuto sul documento di Magistratura indipendente che chiedeva il reintegro dei colleghi:“Mi dicono che generalmente al Csm l’interfaccia con i politici non è una novità, ma il punto qui è che Lotti non è solo un politico, ma un politico inquisito.” “La stampa è un cardine della democrazia, ma sarebbe sbagliato dimettersi sulla base di notizie date solo dalla stampa. Voglio fissare un principio di equilibrio, di buon senso, di giustizia, non emettere delle sentenze”. E riferendosi ai comportamenti del collega Ferri dice:“il suo è un metodo comune a tanti. Il rapporto con i politici è fisiologico, ma qui il punto di stacco è Lotti, cioè un politico noto, che ha una nota imputazione, in una nota procura. I magistrati sono arrabbiati per questo”.
Il fatto è che Magistratura indipendente difende i colleghi che hanno visto Lotti.
“Io la penso diversamente. Chi ha tenuto condotte non corrette deve dimettersi. Ma io faccio il giudice e voglio vedere le prove. L’impasse è terribile, con un vulnus enorme per l’istituzione. Il rigore vorrebbe che restassero fino all’accertamento disciplinare, ma ciò crea ugualmente un vulnus nell’immagine, quindi eroicamente, da uomini delle istituzioni, bisogna decidere di fare un passo indietro seppure si fosse immacolati”.