È la vera casta italiana, il vero potere forte che, anche se sbaglia, non paga mai. Eppure nessuno si permette di criticarla.
di Antonio Del Furbo
L’ultimo “attacco” alla democrazia c’è stato ieri sera quando il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha chiesto di trasbordare i clandestini della Sea Watch per affidarli alla Questura. Una decisione contraria alla volontà del ministro dell’Interno e, dunque, del governo. “Se c’è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, chiunque agevoli sbarchi di immigrati irregolari dovrà vedersela con la legge”, ha avvertito il vicepremier leghista alludendo alla volontà di denunciare i magistrati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Si può arrivare a un livello di scontro così alto tra poteri dello Stato? Evidentemente sì. Stupisce, tra l’altro, la reazione della magistratura alle parole di Matteo Salvini. “Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo” ha detto l’ex procuratore di Torino Armando Spataro. Che mi ricorda tanto quel “Resistere, resistere, resistere…” del 12 gennaio 2002, a Milano, quando Francesco Saverio Borrelli tenne il suo ultimo discorso inaugurale dell’anno giudiziario, nelle vesti (toga nera in segno di lutto) di procuratore della Repubblica di Milano. Era il tempo in cui bisognava resistere come sulla linea del Piave quando al ministero della Giustizia, guarda caso, c’era uno della Lega Nord Padania tale Roberto Castelli espressione del governo Berlusconi. Bisognava resistere, in sostanza, in nome di quella legalità offesa e di quella giustizia vilipesa. Ieri come oggi, appunto.
Ma, mi chiedo, i magistrati non dovrebbero lavorare applicando le leggi senza intervenire in un dibattito pubblico? È evidente che i giudici hanno un grande potere tra le mani e sono chiamati, in nome della Costituzione, ad amministrare quel potere e basta. Perché da ormai trent’anni continuano a entrare a gamba tesa nel palazzo politico?
Andando contro la volontà del ministro dell’Interno, che lo è venuto a sapere a cose fatte, Patronaggio ha ostacolato una “linea politica” che la maggioranza degli italiani condivide.
In attesa dell’inaugurazione di un probabile partito dei giudici, Spataro nella manifestazione di piazza magari ci spiegherà anche se è un caso che Patronaggio sia lo stesso giudice che ha già indagato il ministro dell’Interno accusandolo di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti.