Sono 15 milioni gli italiani che non hanno un deposito in banca. Tutto alla faccia dell’innovazione tecnologoca e dei pagamenti online. Il dato è fornito dalla Cgia di Mestre secondo la quale nessun altro paese dell’Unione europea possiede un numero cosi’ elevato di cittadini senza conto bancario.
«Tutto ciò è riconducibile a ragioni storiche e culturali ancora molto diffuse in alcune aree e fasce sociali del nostro paese. Non possiamo disconoscere, ad esempio, che molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anziché affidarli ad una banca». È quanto sostiene Bortolussi della Cgia di Mestre che aggiunge il fatto che in Italia a discapito di tutto ciò è ancora praticato il pagamento in contanti. Moltissimi sono i pensionati che tengono i propri soldi nei libretti di risparmio postale o utilizzano in misura maggiore, rispetto ai cittadini di qualsiasi altro Paese dell’Ue, il conto corrente di un familiare. A tutto questo c’è da considerare anche che le banche hanno le spese di gestione di un conto corrente troppo elevate. Ovviamente le banche respingono l’accusa e scaricano, tanto per cambiare, le responsabilità sullo Stato che pratica una tassazione troppo elevata. Forse gli istituti di credito dimenticano governo centrale ed europeo li hanno sommersi di liquidità e non hanno dato in cambio nulla ai cittadini. «La banca è un’impresa privata che distribuisce beni e servizi e fornisce alla clientela mezzi di pagamento e di intermediazione finanziaria tra offerta e domanda di capitali, i primi provenienti per lo più dalle famiglie o privati (clienti correntisti) sotto forma di depositi ovvero crediti (es. risparmi), i secondi richiesti soprattutto dal settore impresario sotto forma di prestiti per far fronte ai propri investimenti e in parte anche dalle famiglie o privati stessi (es. mutui)*». Quanto di tutto questo le banche ricordano di fare?
di Bankster
*wikipedia