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Il secondo rapporto sulla presenza mafiosa in Lombardia parla di edilizia, ciclo dei rifiuti, farmacie, turismo, industria del divertimento, boschi della droga.

All’Osservatorio sulla Criminalità organizzata dell’Università degli studi di Milano (Cross), con alla guida Nando dalla Chiesa, è stato commissionato dalla Regione Lombardia lo studio sui fenomeni mafiosi. Dal rapporto emerge che la penetrazione dei clan è “uno scenario in forte movimento”. I dati sono stati illustrati a Palazzo Pirelli alla presenza tra gli altri del presidente della Regione Attilio Fontana e di Monica Forte, omologa della commissione regionale antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità.

Negli ultimi tre anni c’è stata un’escalation di incendi delle discariche di rifiuti, 45, tre dei quali avvenuti in Brianza: a un impianto di separazione e trattamento rifiuti di Limbiate, in uno di stoccaggio e cernita e trattamento di Senago e un altro in una cooperativa che si occupa di pulizie e nettezza urbana di Besana Brianza.

Sono 399 le infrazioni per “Lo smaltimento illegale dei rifiuti e più in generale i reati ambientali in lombardia”. Se l’infiltrazione nelle attività commerciali e di ristorazione è ormai fisiologica e quella in supermercati e centri commerciali vede investimenti in crescita, le farmacie rappresentano il nuovo “oggetto del desiderio” dei clan. Le “imprese private – si legge nella ricerca – sottoposte a ridotte attività di controllo, sono l’ottima occasione per il riciclaggio, per ampliare le relazioni sociali e gestire traffici illeciti di farmaci e droghe farmacologiche”. Poi c’è il controllo delle “slot”, finalizzato anche alla espansione della ludopatia e a conseguenti casi di usura tra gli schiavi del gioco e gli investimenti dei clan nello sport per il riciclaggio.

Per ciò che riguarda il traffico e lo spaccio di stupefacenti, è emersa una “straordinaria effervescenza da parte della criminalità straniera” tanto che potrebbe aver eroso spazi alla ’ndrangheta. La novità, sono i “boschi della droga”, in Brianza citati quello delle Groane e il Parco di Monza, ”il cui utilizzo appare come una modalità d’azione tipica delle organizzazioni narcotrafficanti nordafricane”. “Rinviano invece alla criminalità cinese i centri massaggi,”schermo” per la prostituzione indoor.. In Brianza scoperti nei comuni di Agrate, Lissone, Monza e Seregno.

La Lombardia è quella che più attira la criminalità straniera: “che ha sfruttato vuoti delle mafie italiane e si è specializzata”, vedi la prostituzione, il traffico di esseri umani e la droga. Monza e la Brianza occupano il secondo posto nella regione, dopo Milano, per la presenza di gruppi criminali stranieri.

Secondo quanto emerso dalla ricerca, il ruolo delle organizzazioni mafiose italiane nella gestione del mercato lombardo della prostituzione, appannaggio di quelle straniere, soprattutto albanesi e rumene, “appare limitato”.

Di admin

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