Spread the love

A combinare l’incontro tra Luigi Dagostino, imprenditore toscano, e Luca Lotti, l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e l’ex pm di Trani, Antonio Savasta il 17 giugno 2015, sarebbe stato Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio. Dagostino riferì agli inquirenti di aver chiesto a Tiziano Renzi di incontrare Lotti perché il pm Savasta aveva in mente un disegno di legge sui rifiuti a Roma. In realtà, dall’inchiesta della procura di Lecce, Savasta inoltrò la richiesta perché aveva procedimenti disciplinari e penali a suo carico e voleva trasferirsi a Roma. In cambio, non indagò mai Dagostino nell’ambito dell’indagine per false fatturazioni per circa 5-6 milioni di euro relative proprio alle sue imprese.


Lotti, sentito dai magistrati, di non ricordare quasi nulla dell’incontro e, soprattutto, il motivo. Fatto sta l’ex pm Savasta, in servizio al Tribunale di Roma, voleva allontanarsi dalla procura di Trani. A dirlo è il gip Giovanni Gallo nell’ordinanza che ha portato alle misure cautelari.

Savasta, dopo l’incontro con Lotti, chiederà e otterrà nel dicembre 2016 un altro incontro: quello con Giovanni Legnini, all’epoca vicepresidente del Csm ed ex sottosegretario all’Economia sotto il governo Renzi. Mentre era ancora pendente a suo carico il procedimento disciplinare.

Secondo quanto contenuto nell’ordinanza, l’avvocato Ruggiero Sfrecola riceveva dall’imprenditore Luigi Dagostino, (come riportò un’inchiesta del Fatto) “soldi da dividere con Savasta che stava appunto indagando per false fatturazioni relative proprio alle imprese di Dagostino e che avrebbe poi aggiustato le indagini a suo favore, commettendo plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio”.

L’ordinanza ricostruisce quelle che vengono ritenute quattro tangenti:

  • in data 8 maggio 2015 la prima da 20mila euro;
  • altri 25mila il 21 dello stesso mese;
  • da ultimi, altri 8mila euro in due tranche consegnati a inizio 2016.

I soldi, però, non c’erano e Savasta voleva sfruttare le conoscenze politiche dell’imprenditore Dagostino per ottenere il trasferimento a Roma. Dagostino gli farà incontrare sia Luca Lotti che Giovanni Legnini, all’epoca vicepresidente del Csm ed ex sottosegretario all’Economia sotto il governo Renzi. Nelle pagine dell’inchiesta sono ricostruiti gli incontri romani avuti dal pm con Lotti il 17 giugno 2015 e una cena il 6 dicembre 2016 alla quale ha partecipato, sempre grazie a Dagostino, per conoscere alcuni membri del Csm, tra cui il vicepresidente Giovanni Legnini. Palazzo Marescialli aveva già avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti e, secondo quanto ricostruito, Savasta ha tentato di limitare i danni. Prima ha presentato richiesta di trasferimento da Bari per evitare “possibili incompatibilità ambientali”, poi ha tentato di parlare con Legnini. L’esito è stato pessimo, come comunica lui stesso, intercettato, spiegando che alla cena il vicepresidente non ha voluto parlargli e lo ha allontanato bruscamente.

Di admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia