Al consiglio provinciale si discute di riassetto della Provincia ma anche delle pensioni dei consiglieri…
Metti un Consiglio provinciale. Metti che al Consiglio provinciale partecipano anche consiglieri regionali. Metti che qualche consigliere regionale è giovane ed è ancora senza pensione. Metti che lo stesso consigliere non ci dorme la notte per questo problema interrogandosi: «e se non vado in pensione dopo la riforma?. E se finisco sotto un ponte? E se non potrò più dare da mangiare ai miei figli?». Problemi di ordinaria amministrazione familiare, specie se il politico di turno percepisce alcune migliaia di euro di stipendio dall’ente regionale. In una fresca giornata autunnale ci troviamo a seguire il dibattito fortemente voluto dall’ente provinciale chietino e da quello comunale dopo che Gianni Chiodi ha fatto la proposta di lasciare una sola Provincia abruzzese: L’Aquila. Guelfi e Ghibellini si stanno “mozzicando” le braccia al fine di trovare una soluzione a vantaggio di ognuno. Pescara rivendica la “grandezza” economica, Chieti quella territoriale, L’Aquila quella di centro nevralgico ed infine Teramo quella del “martire” che ha sempre pagato. Dunque che fare? Non si sa. Ognuno nel suo piccolo territorio a combattere una guerra inutile. In uno Stato “dittatoriale” come il nostro, dove non sono i cittadini ad esprimere la politica nazionale ma bensì le banche mondiali con i propri “servi” (vedi Mario Monti), già qualcuno ha deciso il nostro futuro. Quindi, inutile riunire i “saggi” della politica per discutere di temi “rubati” da quattro “wurstel” andati a male e lasciati ad ammuffire in Parlamento, mentre logge massoniche mondiali benedicono un nuovo ordine politico. Teatrini, finzioni cinematografiche, animano le nostre serate davanti alla tv dove anche un Walter Veltroni, che parte finalmente per l’Africa per testare gli stuzzicadenti, fa notizia. In questo “Truman show” giornalisti e storici dell’ultima ora, rigorosamente con sigaro cubano in bocca e profilattico ben inserito in testa, raccontano, attraverso “fogli di carta da toilette” (vedi quotidiani e settimanali) e schermi inzuppati di vomito (vedi cazzatenews24), una realtà inesistente e falsa. Come pretendere di raccontare una realtà vera se si è falsi e professionalmente falliti nonostante “leccaculisti” di professione? Dilemma. Ebbene, in questo mare di “sangue infettato” o, se vogliamo, in una regione di “mostri” generati dal sonno di circa 1 milione di opportunisti (vedi gran parte degli abitanti abruzzesi), ci ritroviamo ad assistere a siparietti tipo quello che vi proponiamo. Buon divertimento. Hasta la victoria mai.
di Antonio Del Furbo