Di acqua ne è passata sotto i ponti quando il re delle cliniche private e dell’informazione abruzzese, Luigi Pierangeli, trascinò in tribunale l’allora presidente della Regione, Gianni Chiodi con un’accusa pesantissima.
La Procura di Pescara, a seguito di una denuncia presentata da Luigi Pierangeli, indagò Giovanna Baraldi l’ex sub commissario per la sanità della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi e l’ex assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni. L’accusa fu quella di presunte anomalie nella gestione dei tetti di spesa per le cliniche private abruzzesi. La Baraldi, intercettata dai carabinieri disse:
“Lo capite che è una questione di potere! Questa è una guerra tra poteri, non è un problema di soldi. Allora, se è una guerra tra poteri e lui vuole avere ragione, dobbiamo fare una strategia psicologica”. (qui l’articolo)
E, probabilmente, tutta la vicenda è stata una guerra tra poteri visto come si sta concludendo la vicenda.
Con sentenza definitiva, infatti, il Consiglio di Stato ha dato ragione alle azioni che intraprese Chiodi nei confronti delle cliniche private, ovvero l’abbattimento dei tetti di spesa. Il governo regionale nel 2012 tagliò i budget del 10% relativi all’anno 2010.
Tagli resisi necessari per via della spending review e su cui Chiodi, soprattutto perché era stato anche nominato commissario, aveva la piena responsabilità. Un atto che a Synergo, società di Pierangeli, non andò proprio giù al punto da ricorrere al Tar per via di quei tagli che, secondo la società, dovevano essere dello 0,5% e non del 9,90% come fatto dalla Regione Abruzzo. Il Tar diede ragione a Pierangeli ma la Regione fece ricorso al Consiglio di Stato che disse che i tagli furono regolari.
Non contento il patron delle cliniche impugnò la decisione dei giudici ma senza successo visto che l’ennesima sentenza dà ancora una volta ragione a Chiodi.
“Sono esterrefatto e dispiaciuto. Ricordo che quella con le cliniche private fu una trattativa difficile e di fondamentale importanza per le sorti del sistema sanitario regionale e per la sua moralizzazione. Del risultato ne hanno beneficiato i cittadini. In Abruzzo accadeva sempre il contrario. Studierò le carte che ancora non ho. Resta, oltre a tanta amarezza, l’orgoglio di aver difeso gli interessi generali“.
Queste le parole di Chiodi appena saputo del suo coinvolgimento nell’inchiesta. Il tribunale collegiale di Pescara, infatti, mise sotto accusa il metodo usato da Chiodi per “estorcere” denaro agli imprenditori della sanità privata minacciandoli con disaccreditamento. Pierangeli presentò un esposto per falso, violenza privata e abuso d’ufficio.
“Non so se rinuncerò alla prescrizione, ad agosto deciderò. Una vicenda brutta, mi sembra strano vedere un’indagine nella quale la polizia giudiziaria non ha fatto alcuna indagine, al di là di ciò che è stato prodotto dalla parte offesa”.
In merito al porcesso l’ex governatore ha aggiunto:“tutte le sentenze del Consiglio di Stato che danno ragione alla Regione, tutta la documentazione sulla formazione dei tetti di spesa dell’Agenzia sanitaria regionale, con tutte le esplicitazioni e i passaggi matematici, non sono stati presi in considerazione”.
Si tratta di capire, ora, perché, nel frattempo, i tetti di spesa per i privati sono stati aumentati fino a 15 milioni di euro in poco più di due anni dall’attuale giunta di Luciano D’Alfonso.
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