“Avevo deciso di suicidarmi ma, forse, un intervento divino ha voluto evitarlo”.
di Antonio Del Furbo
Queste le parole di Silvio Buttiglione pronunciate nella mezz’ora passata insieme. Silvio mi è apparso un uomo stanco, disperato, con la forza d’animo ridotta al minimo. Ho letto nei suoi occhi solitudine e, allo stesso tempo, rabbia. Tanta rabbia. Un’inquietudine per uno Stato che, ormai, da oltre dieci anni non solo lo ha abbandonato ma lo sta uccidendo, a poco a poco, come una goccia che scava la pietra.
“Aiutatemi vi prego! Sono costantemente perseguitato dallo Stato, mi sento prigioniero da esattori crudeli che mi hanno tolto tutto quello che possedevo distruggendo la mia vita e facendomi patire la fame”.
Era febbraio di quest’anno quando l’uomo dava un altro “aggiornamento” sulla sua posizione nei confronti dello Stato:
“Dopo anni di sofferenza ho trovato un lavoro presso una cooperativa con contratto a tre mesi. E non appena venuti a conoscenza del mio modesto lavoro mi pignorano un quinto dello stipendio” spiegò Silvio riferendosi alla lettera ricevuta dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (nuova Equitalia). Una “mazzata” che gli arrivò dopo che la stessa Equitalia mise all’asta la sua prima casa in cui viveva, tra l’altro, il figlio con Sclerosi multipla.
Silvio Buttiglione gira l’Italia da un decennio per far conoscere il suo dramma. Ex imprenditore costretto a chiudere l’attività perché le banche non gli hanno dato più credito. Poi sono arrivati i debiti e, dunque, Equitalia che ha deciso di pignorargli la casa.
“Dono un rene o una cornea a chi mi salva la casa messa all’asta da banche ed Equitalia. Potrei vivere con un solo rene e un solo occhio ma non riuscirei a vivere senza una casa” scrisse su uno dei suoi manifesti e aggiunse all’epoca.
Tante le lettere scritte ai politici per tentare di sensibilizzarli sull’argomento:“A tutti i politici che si dichiarano onesti nei loro principi e nelle loro azioni” scrisse Silvio “ricordo che sono un ex imprenditore sopravvissuto ad un suicidio. Non c’è giorno che passi che scovo (dico che scovo perché nessuno ne parla), che i miei simili si tolgono la vita a causa della crisi. Ad oggi non c’è banca dati da cui attingere notizie. La ragione più importante è la solitudine. Le richieste di aiuto non trovano risposte dalle istituzioni”. L’uomo propose “una campagna pubblicitaria per fermare quanti pensano al suicidio”.
Dunque, Silvio i suoi nemici li conosce bene come mi ha ribadito:“è una banca che prima del fallimento cercava dei capri espiatori. Ed eccomi qui. Io a soffrire e gli altri a piede libero dopo aver scontato una pena risibile.”
A quel punto l’uomo le ha tentate tutte, anche quella di pregare un giudice per farlo arrestare:”sarebbe stata la cosa migliore per me. Se mi avessero tramutato in arresto il contenzioso da pagare a quest’ora, forse, sarei uomo libero. E sai cosa mi ha risposto il giudice? Che non è possibile. In Italia è possibile solo il contrario: se sei un delinquente e vai in carcere puoi chiedere di pagare per uscire. È una vergogna”.
E aggiunge:“Io in quarant’anni ho sempre versato le tasse e nel momento in cui sono caduto lo Stato non mi ha aiutato. Tutti sanno perché sono caduto: per colpa di una banca. Lo sanno i funzionari di Equitalia e lo sanno i politici”.
Il 18 maggio prossimo il tribunale, nella quinta seduta d’asta pubblica, tornerà a mettere all’asta la casa di Buttiglione. Le precedenti erano andate deserte. “Sono molto preoccupato, perché in questo percorso dell’asta la casa si è deprezzata e si è messa in moto un’orda di sciacalli. Solo nell’ultima settimana sono venute a visitare la mia abitazione 13 persone” ha aggiunto ancora Silvio.
L’uomo nel 2014 riuscì a incontrare l’allora vice presidente della Camera, Luigi Di Maio che da allora, insieme a Beppe Grillo, non lo hanno mai mollato.
Grazie al loro intervento nel 2015 si ottenne dal tribunale fallimentare di Pescara la sospensione per due anni della vendita all’asta della casa dell’imprenditore.
Attualmente il valore dell’abitazione si è più che dimezzato, da 240mila è arrivato a poco più di 100mila euro, e molti squali girano intorno alla preda.
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