A febbraio scorso il consigliere regionale a 5 stelle aveva organizzato una conferenza stampa nel quartiere simbolo del degrado pescarese. Da quel giorno i residenti che parteciparono a quell’incontro sono stati minacciati pesantemente.
di Antonio Del Furbo
“Qui la criminalità, forse, è più organizzata. Fa più paura”. Lo aveva ribadito Domenico Pettinari, consigliere regionale e vice presidente della Commissione Sicurezza sociale, già qualche mese fa ma da allora nulla è cambiato. Anzi, tutto è peggiorato. Per chi conosce il quartiere Rancitelli sa di cosa si parla. Lì, in quel ghetto, il malaffare e la delinquenza è all’ordine del giorno ed è nata e si è sviluppata da decenni senza che politica e forze dell’ordine si impegnassero a debellarla completamente.
Il 5 giugno scorso c’è stato un altro episodio: due spari d’arma da fuoco si sono stati uditi in via Lago di Capestrano. Il mese scorso i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara arrestarono in flagranza di reato una 45enne con mezzo chilo di eroina. Poi il papà che va a comprare droga con la figlia di tre anni. L’incendio del parco dell’infanzia, la donna aggredita in casa da tre persone e gli 8 scooter dati al fuoco nell’androne di un palazzo in cui sono residenti pregiudicati. E, per finire, almeno due gambizzazioni avvenute nell’ultimo anno.
Stanchi di questa situazione, alcuni residenti si sono uniti alla battaglia che Pettinari sta portando avanti sulla legalità, iniziata con il quartiere Fontanelle e proseguita con Rancitelli. Ma ad alcuni delinquenti del quartiere non è andata giù questa iniziativa al punto che, nei giorni successivi alla conferenza stampa tenutasi proprio a Rancitelli, i residenti partecipanti sono stati presi di mira, come racconta Pettinari:
“Avevamo tenuto quella conferenza stampa con i residenti onesti e coraggiosi, sotto le case di alcuni pluripregiudicati che controllano il quartiere. A seguito di quella iniziativa, alcuni di quei residenti sono stati colpiti da veri e propri atti intimidatori”.
L’incontro di oggi per fare il punto sulla situazione del quartiere, non è stato fatto, quindi, a Rancitelli ma nell’ufficio dei 5 Stelle in Comune. Una scelta obbligata visto che i cittadini hanno avuto paura a metterci nuovamente la faccia.
“Avevano denunciato il clima di paura del quartiere e i problemi di spaccio di droga e abusivismo edilizio, hanno subito ritorsioni e così non hanno avuto il coraggio di esporsi ancora in proprio”.
Quei cittadini si sono ritrovati vetri della macchina spaccati e hanno subito minacce con un martello in mano. Insomma, la tensione è alta.
“Oggi lo Stato ha perso. La parte sana e onesta dei cittadini ha perso. Oggi è giorno di lutto. Perché cittadini onesti, abbandonati dalle istituzioni, hanno dovuto coprirsi il volto. È lo Stato che si copre il volto.
Dopo 4 anni ero riuscito a convincere questa brava gente a metterci la faccia, a scendere in strada e a chiedere con forza aiuto alle Istituzioni.
Avevamo chiesto un posto fisso di polizia h24. Avevamo chiesto al Presidente della Regione più soldi in bilancio per sfrattare gli occupanti abusivi che sono anche i criminali pluripregiudicati che detengono abusivamente gli alloggi popolari privandoli a chi ne ha diritto. Avevamo chiesto al Presidente della Regione di venire con noi ad incontrare questa gente perché anche loro sono cittadini Abruzzesi.”
Nonostante le rassicurazioni del prefetto di Pescara, Francesco Provolo, che ha parlato di un ‘attuazione di un Patto per la sicurezza delle periferie, a Rancitelli i delinquenti e i pregiudicati continuano a minacciare e a fare quello che gli pare.
Può uno Stato essere così insopportabilmente distante da chi vive una vita onesta e dignitosa? Di cosa o di chi ha paura lo Stato per mettere la parola fine ad abusi e minacce di delinquenti?