Indignazione e rabbia polverizzati in un attimo
Finalmente l’Abruzzo e la città di Pescara hanno qualcosa da festeggiare ovvero la promozione della squadra pescarese in serie A. Un evento così importante al punto da coinvolgere anche il presidente della Regione Gianni Chiodi che, seppur da molti considerato un campanilista teramano, ieri sera sul proprio profilo facebook si è lasciato andare ad un istinto primordiale abbandonando per un attimo il suo aplomb english e commentando:”Pescara in serie A”. Per un attimo ho pensato il governator in curva a petto nudo, pantaloncini corti e bandana del Pescara in testa tanto è stato forte e pieno di energia il suo commento in bacheca! Spero che l’amico Gianni non prenda un mitra e passi in redazione a farci fuori tutti. Comunque siamo contenti della promozione di questa squadra e crediamo che sia anche un riscatto culturale la promozione in serie A. Ovviamente il nostro è un sito che si occupa di inchieste e di fatti un po’ particolari e a cui spesso aggiungiamo notizie e commenti con un pizzico di polemica mista a riflessione politicamente scorretta e, anche in questo caso, non potevamo tirarci indietro. Infatti secondo noi fa strano vedere una città a festa dopo tutto quello che è successo in queste ultime settimane. Intendiamoci: non vogliamo fare un processo a chi ha giustamente festeggiato e festeggerà la squadra del cuore, ma semplicemente riflettere e ragionare insieme a voi di quanto sia labile il confine nella mente umana tra indignazione, rabbia e gioia. Nelle ultime settimane si sono susseguiti fatti tragici in particolare nel mondo del calcio: la morte di Morosini e l’omicidio di Rigante. Il primo un giocatore morto durante una partita di calcio Pescara – Livorno l’altro ammazzato per sbaglio per un regolamento di conti. Tutto questo dimenticato in una sera o meglio in 2 ore la durata di una partita di calcio. Forse è normale addirittura umano ma io sono irritato. Forse perché ho ancora in mente la piazza davanti il Comune di Pescara occupata da migliaia di tifosi che chiedevano a gran voce al sindaco di Pescara e a tutta l’amministrazione seri provvedimenti contro i rom. Forse sono indignato perché durante la stessa manifestazione qualcuno ha sfondato il cordone della polizia e voleva raggiungere il quartiere di Fontanelle per fare giustizia al fratello-tifoso ammazzato. Forse sono incazzato perché ricordo ancora le polemiche intorno alla morte di Morosini per il ritardo degli interventi per colpa dell’auto della polizia municipale. Forse sono arrabbiato perché ricordo fior fiori di giornalisti e commentatori sportivi arrivati da tutta Italia per attaccare sindaco e assessori sulla morte di Morosini. Purtroppo non ho memoria labile e spesso leggo la storia per capire il futuro mentre il presente lo lascio agli storici e agli stolti. Una città giustamente in festa per la promozione e una regione che non si è posta nemmeno per un attimo la domanda se era giusto o no accendere una candela per Melissa e fare un minuto di raccoglimento per le vittime del terremoto di ieri. Ho letto migliaia di post di indignazione contro il folle che ha piazzato l’ordigno a Brindisi (non si tratta di mafia e neanche di terrorismo sia chiaro), poesie e citazioni in momenti in cui chi le ha scritte non aveva nulla di cui cibare la propria mente e il proprio cuore. Nessun post per Melissa dopo la vittoria del Pescara. Tutto dimenticato, tutto finito. Rigante riposa in pace, il rom che l’ha ucciso può dormire sonni tranquilli perché nessuno lo cercherà. Forse la strana bestia umana ha bisogno di cibarsi delle disgrazie per riempire il vuoto interiore. Quando però l’uomo vive una emozione molla tutto e se ne frega del mondo. Che strana razza bastarda che è l’uomo!
di Antonio Del Furbo