Nella repubblica delle banane, ovvero quella in cui governa un manipolo di bulletti di quartierino e in cui la giustizia viene amministrata in nome del ‘pollo italiano’ e eterodiretto da lobby pubbliche, lo Stato, rappresentato dai suoi uomini fedeli, non perde occasione nel ribadire che la sua lotta è contro la povera gente.
di Antonio Del Furbo
Quello Stato, sempre quello, che lascia in mezzo a una strada un muratore, la moglie, collaboratrice domestica, con i loro tre figli.
“Abbiamo perso tutto. La nostra casa e tutto ciò che era all’interno, mobili ed effetti personali sono adesso in mano a degli sconosciuti, non abbiamo più niente” ha raccontato l’uomo. E chi sarebbero quegli sconosciuti? Sarebbero, anzi sono, rom che hanno occupato abusivamente la loro casa popolare. Motivo dell’occupazione? La casa, hanno detto i rom, non era abitata e quindi hanno pensato bene di occuparla.
Peccato, però, che la famiglia Di Marco era andata a lavoro e quando la sera è rientrata a casa ha trovato i rom a rimontare una nuova porta. Quindi una scena da avanspettacolo: quando Gianni Di Marco ha chiamato i vigili urbani i rom sono stati allontanati. E i vigili piuttosto che attendere che tutto andasse per il meglio sono andati via così da permettere ai rom di tornare riuscendo a riprendere possesso dell’appartamento, barricandosi dentro con i figli piccoli.
Risultato di questa tragicomica ‘real-fiction’ è che gli onesti sono finiti a elemosinare al sindaco un posto in un hotel e i rom sono rimasti, fino a oggi, dentro casa.
Gli uomini di questo Stato hanno alzato le braccia dichiarando, come spesso accade quando il più forte reprime il più debole, che non si può far niente:
“Gli abusivi nella gran maggioranza dei casi si coalizzano e ci fronteggiano con modalità che vanno ben oltre la soglia della tolleranza. Alla minima manifestazione di fermezza da parte di noi agenti, il gruppo di occupanti brandisce e si fa scudo di uno o più minori, sempre presenti in scena. E le nostre operazioni si fanno impossibili”.
Le parole, quasi commoventi e che delinea l’inutilità di uno Stato, sono del vice-comandante della Polizia locale di Avezzano, Adriano Fedele. E a far eco al rappresentante dei vigili un altro pezzo di Stato ovvero Francesca Aloisi, amministratrice dell’Ater e proprietaria dell’alloggio, che alza anche lei bandiera bianca:
“Purtroppo abbiamo le mani legate. Nell’appartamento c’è un via vai di gente, ma la donna con la bambina resta dentro e la legge vigente impedisce azioni di forza. L’unica soluzione sarebbe quella di trovare una sistemazione a queste persone, per restituire la casa ai legittimi assegnatari”.
Ma lo Stato e i suoi uomini, non contenti, ne combinano un’altra. Forza nuova, all’indomani del fattaccio, organizza una manifestazione pacifica sotto il palazzo occupato ma la polizia la blocca:”Perché non usano la stessa energia e potenza di fuoco per reprimere chi delinque e si approfitta della povera gente?” si è chiesto Marco Forconi, coordinatore regionale del movimento di estrema destra.
In effetti, perché?
“Ai poliziotti, carabinieri e celerini che stamattina, con tanta passione e dedizione, ci hanno impedito di arrivare fin sotto il portone del palazzo dove si è consumato l’illecito, auguro di trovare al ritorno dal servizio contro Forza Nuova la casa occupata da tossici e rifiuti umani di ogni tipo” aggiunge Forconi.
E qual è l’ennesima brutta figura che lo Stato, per mezzo dei suoi uomini, riesce a fare all’interno dello stesso fattaccio? È che dopo l’intervento di Forza Nuova e di Matteo Salvini che aveva detto di andare personalmente a cacciare fuori i rom abusivi dalla casa, lo Stato, improvvisamente, ha cambiato idea e ha ‘detto’ che lo sgombero si poteva fare.
“Andrò personalmente a liberare la casa occupata dai rom abusivi per restituirla ai legittimi proprietari! Basta illegalità, basta soprusi. E per questa gente solo una parola: ruspe!” aveva dichiarato Salvini.
E, guarda caso, stamattina la polizia Celere di Roma, insieme a carabinieri e polizia locale, ha sequestrato l’appartamento.
Mi chiedo, perché i vigili urbani di Avezzano non sono intervenuti prima? Perché i carabinieri non sono intervenuti la sera stessa? Perché la polizia ha bloccato i manifestanti? Perché l’ordine è stato ripristinato dopo l’eco mediatico?
Chissà per quanto tempo ancora dovremmo pagare stipendi a chi, al posto di difendere il più debole, preferisce nascondersi dietro leggi e burocrazia. Certo, meglio occuparsi di automobilisti che parcheggiano qualche millimetro fuori dalle strisce.