La donna, disperata, ha scritto una lettera e ha raccontato la sua odissea e quella di altri pazienti nella sua stessa situazione. Antonio Del Furbo
“Dopo essere stata sottoposta a chemioterapia neoadiuvante – si legge nella lettera diffusa dall’emittente locale Rete 8 – , ad ottobre sono stata operata per un carcinoma duttale infiltrante al seno presso l’ospedale di Ortona. Ora, dopo tutto questo percorso di mesi, mi è stata prescritta la Radioterapia presso l’ospedale di Chieti. E qui sorge il problema, non solo mio ma di tante altre pazienti! Purtroppo per effettuare la radioterapia devo aspettare non giorni né settimane, ma mesi! Sono stata messa in lista di attesa per il mese di febbraio”.
La lettera continua:“Domani dovrò contattare anche l’ospedale di Pescara e di Teramo. Sono sconcertata, dispiaciuta ma soprattutto preoccupata che questa lunga attesa faccia riaffiorare quello che tanto duramente e faticosamente è stato debellato. Ho chiesto in reparto e mi hanno spiegato che questo problema sarebbe facilmente risolvibile se fosse attuato il turno serale: cosa che è stata chiesta a chi di dovere, ma che a tutt’oggi non ha dato nessuna risposta. Chiedo gentilmente il vostro aiuto per me e per tutti quei pazienti che oltre a lottare contro la malattia devono lottare anche contro altri ostacoli: basterebbe attivare il turno serale per far scorrere le liste d’attesa! So di pazienti che si sono rivolti fuori regione per accellerare i tempi. Ma io non posso. Ho un figlio di 14 anni ed anche economicamente sarebbe un po’ troppo per me. Già abbiamo passato dei mesi terribili e adesso allontanarmi da casa per 40 giorni proprio non me la sento sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda il mio percorso, iniziato a fine marzo 2015, devo dire che ho incontrato tutte persone stupende: il Prof. Cianchetti, gli oncologi Grassadonia e Graziano di Ortona, i dottori e gli infermieri dell’ospedale che desidero citare perché capaci e soprattutto umani. E anche il reparto di Radioterapia di Chieti dove sono stata venerdì mi sembra che segua le stesse orme. Mentre a Pescara, mi dispiace dirlo, abbiamo avuto molti problemi quando mia suocera fu ricoverata per un tumore al pancreas. Ma di questo, al momento, non vorrei parlare. Voglio concentrare le mie forze, ora, sulla questione del turno serale per snellire le liste d’attesa all’ospedale di Chieti per quel che riguarda la radio e la chemio fondamentali per tutti i pazienti che, per curarsi non possono di certo aspettare mesi.”
Eppure un anno fa, proprio all’ospedale di Chieti fu presentata, in pompa magna, Elekta Synergy Agility, un acceleratore lineare che rappresenta l’avanguardia per il trattamento di pazienti oncologici. Tutti a sfilare per presentare quel gioiello di tecnologia, dall’assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, al sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, al Direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Francesco Zavattaro, al Rettore dell’Università “D’Annunzio”, Carmine Di Ilio passando, finanche all’Arcivescovo di Chieti-Vasto, Monsignor Bruno Forte.
“Magari politici e dirigenti della ASL, – raccontano alcuni pazienti – possano fare la fila con noi e con i nostri familiari, nei vari Cup. File snervanti e lunghe. E l’ansia cresce, il malessere anche. Quando una malattia improvvisa colpisce una famiglia, magari all’improvviso, sconvolgendo ne la vita, ci si mette anche un altro male da combattere, che non possono curare le medicine, ma gli uomini: la burocrazia. Per questo, vi chiediamo, non siate burocrati, siate umani.”
A che servono i tagli dei nastri se poi non si danno risposte ai malati?