Tutto è iniziato il 6 giugno quando il piccolo Jonathan è stato investito da una moto nel mentre attraversava la strada.
Al 15enne, subito trasportato dal padre al Pronto soccorso dell’ospedale di Vittorio Emanuele II di Catania, i medici hanno riscontrato un “Trauma contusivo ginocchio SX, caviglia SX, piede SX con distacco alla base del 1 metatarso sul versante mediale”. Quindi, necessaria una ingessatura con:“controllo ortopedico fra 3 giorni presso sala gessi previa prenotazione”. Jonathan, però, è stato rimandato a casa in quanto con “una fasciatura provvisoria” perché, racconta Pietro, il papà del ragazzo, “nell’ambulatorio mancava quasi tutto”.
Nei tre giorni successivi Pietro cerca di mettersi in contatto con l’ospedale per prenotare il controllo ma senza riuscirci. “A quel punto ci siamo recati personalmente in ospedale, ed abbiamo fissato la visita (con prescrizione medica), per la mattina alle ore 8:30. Arrivati in ortopedia, abbiamo constatato che non solo dovevi prendere un numero (58), ma addirittura per fargli il gesso, se andava bene, se ne parlava nel tardo pomeriggio”. Quindi l’appello:“affinché in primis, cerco una immediata raccomandazione, per risolvere questa grave carenza, per non arrecare ulteriori danni alla Salute, a mio figlio, ed un immediato intervento del ministro Lorenzin, dell’assessore alla Salute Borsellino, nonché la direzione sanitaria dello stesso ospedale, e le ASP competenti x risolvere questa gravissima situazione che attraversa gli Ospedali Siciliani.”
Dopo l’appello, manco a dirlo, sono arrivate le scuse del direttore generale dell’Ospedale Vittorio Emanuele. E 15 giorni dopo anche l’ingessatura.