Il Consiglio d’amministrazione della tv pubblica italiana ha creduto nel piano presentato dal dg Luigi Gubitosi.
I risparmi ci saranno eccome. Non sono bastate le ‘insurrezioni’ di giornalisti e sindacati a fermare il piano di riorganizzazione voluto da Gubitosi. “Il 2015 sarà l’anno della riforma dell’informazione” aveva detto il direttore generale. E la promessa è stata mantenuta. La levata di scudi anche e soprattutto delle sedi regionali non sono servite e il piano di riorganizzazione è passato con 5 voti favorevoli e 3 contrari.
Si risparmieranno 100 milioni di euro e verranno create, come già avevamo riportato qualche giorno fa, due newsroom: Tg1, Tg2 e Rai Parlamento da una parte, Tg3, Rainews24 e Tgr dall’altra. “Mi giocherò tutto” aveva detto Gubitosi nel presentare il dossier sulla riforma del servizio pubblico.
Per il dg “la centralità sarà sempre più dei contenuti e non delle reti e dei canali. Il mondo sarà sempre più orizzontale e la struttura verticale cui siamo abituati diventerà motivo di rallentamento e inefficacia”. L’approvazione era abbastanza scontata visto che il Cda aveva già sottoposto il piano a Mary Hockaday della Bbc che lo definì:”coerente con i modelli dei grandi broadcasters internazionali”.
Ora sono 8 i direttori delle altrettanti testate giornalistiche che rischiano grosso: di loro probabilmente ne rimarranno solo due trasformati in due super direttori. I vice direttori passeranno da 32 a 12 e ci saranno meno giornalisti e meno ‘doppioni’. Il riassetto prevede una serie di pensionamenti tra funzionari, amministrativi e, appunto, giornalisti per un totale di 300 dipendenti.
ZdO