Poco importa se cittadini e associazioni sono impegnati in una sorta di battaglia contro una della malattie del secolo. C’è sempre qualche distratto pronto a far soldi o a immolarsi per la causa.
Diciamo, però, che nessuno si sarebbe aspettato che qualcuno sarebbe arrivato a tanto. Soprattutto, personalmente, non sarei mai arrivato a immaginare (mai dire mai, lo so, ma questa è ‘tosta’) che un ospedale avesse potuto autorizzare la sistemazione di slot machine e poker ai piedi di ogni letto dei pazienti. Monitor multifunzione dove non si mettono soldi ma che comunque appaiono quantomeno fuori luogo in una struttura che dovrebbe servire (fino a prova contraria ma mai dire mai) alla riabilitazione di una persona malata.
L’ospedale San Giuseppe di Empoli è andato oltre e ha pensato bene di assicurare ai propri pazienti le stesse sollecitazioni a cui, noi comuni mortali, siamo sottoposti all’esterno. Ogni singolo letto è dotato di un terminale video a pagamento in cui è possibile fare qualsiasi cosa: navigare, giocare, vedere la tv, ascoltare la radio. Una sorta di smart tv attraverso il quale l’azienda ‘coccola’ il paziente che magari un giorno, chissà, avrà voglia di tornare. E nell’area virtuale dei giochi spuntano sia il poker sia la slot machine. Per accedere al mondo virtuale occorre una scheda di 5 euro che dura 24 ore. Si può accedere al pacchetto base di 3 euro che consente la visione di Rai e Mediaset; a quello intermedio che con un euro in più permette, tra gli altri, l’accesso ai giochi; infine a quello top che permette la visione anche dei canali Sky. Dove si annida, quindi, il diavolo tentatore? Nell’attirare il paziente, con un euro in più rispetto al pacchetto base, di sfidare la sorte, seppur virtuale, del gioco d’azzardo. La dipendenza è tutta lì. Euro dopo euro il malato potrebbe ‘ammalarsi’ di gioco.
In realtà l’azienda ospedaliera ha agito in perfetta sintonia con i valori che la ‘Usl 11’ sul proprio sito internet ha dato di essa:”Orgoglio del proprio mondo di storie e tradizioni” aperta “verso tutte le sollecitazioni di incontro e confronto che il mondo e il tempo inevitabilmente portano”. Una “dialettica ben essere rappresentata dall’ospedale San Giuseppe di Empoli”.
ZdO