La colpa, probabilmente, non ricadrà su nessuno ma, a quanto pare, una responsabilità morale su quanto fatto indubbiamente c’è.
Doveva essere un’opera tale da permettere l’avvicinamento dei territori del Medio-Sangro Aventino a quelli dell’area industriale della Val di Sangro. Una scelta politica che ha preferito, piuttosto che accorciare le distanze con il capoluogo di provincia, collegare comuni come Casoli, Civitella Messer Raimondo, Lama dei Peligni e Palena con le aree di Atessa e Perano.
Già nel 2002 lo sforzo della giunta guidata dall’allora presidente di Regione Giovanni Pace cercava di far quadrare i conti per destinare risorse per la realizzazione dell’opera:“Nel bilancio predisposto dalla Giunta – annunciò il governatore – c’erano risorse adeguate per l’Abruzzo interno. Poi, il passaggio in Consiglio regionale ha imposto una rimodulazione di quei fondi, ma sono impegnato a riportare al livello originario, alla prima variazione di bilancio, la quota di finanziamenti destinata alle Comunità montane”. Pace scelse Palena per comunicare il suo impegno e illustrare lo stato della viabilità nelle valli dell’Aventino e del Verde e la situazione dei progetti stradali nella provincia di Chieti. Alla riunione partecipò l’ex presidente della Provincia di Chieti, Mauro Febbo, con i sindaci di Torricella Peligna, Fara San Martino, Casoli, Lama dei Peligni, Lettopalena, Civitella Messer Raimondo, Taranta Peligna, Palena, Colledimacine, Montenerodomo, Gessopalena, Pennadomo, Roccascalegna ed i rappresentanti della Comunità montana Aventino-Medio Sangro.
In quella riunione emersero delle priorità come quella della definizione della strada Guardiagrele-Casoli e quella del collegamento tra Palena e la località Corpi Santi con la Piceno-Aprutina. “La Regione ha stimolato una forte attenzione da parte dell’Anas soprattutto per quanto riguarda il completamento della statale 652″ aggiunse Pace a quel tavolo rimarcando che per la “Fondo Valle Sangro sono pronti 10 milioni di euro”. Quindi comunicò che entro l’anno sarebbe partito l’appalto appalto per il 2° lotto della variante Fara San Martino-Corpi Santi di Lama dei Peligni, opera finanziata dalla Regione per oltre 2 milioni di euro.
Sul progetto diede parere positivo il Comune di Civitella Messer Raimondo il quale, il 30 luglio 2002 nella Conferenza di Servizi, autorizzò di fatto la realizzazione della strada. Il successore, Paolo Di Guglielmo, nel 2007 diede battaglia perché convinto che la realizzazione dell’opera avesse fatto gli stessi danni del 1° lotto:“sperpero di soldi pubblici per un’opera inutile, comunque mai finita e, soprattutto, inutilizzabile”. Oltretutto una variante che, sempre secondo Di Guglielmo, avrebbe:“distrutto un intero versante della collina di Piano e Fonte”. Gli unici comuni a dire no a quell’opera furono nel 2003 quelli di Fara San Martino e Palombaro.
Ed oggi, evidentemente, quelle previsioni appaiono quanto meno azzeccate visto che un pezzo di quella variante è crollata. “Ci siamo – commenta Di Guglielmo – , alla fine, quella sciagurata opera pubblica che si chiama Variante Fara San Martino – Civitella Messer Raimondo – Corpi Santi, che la Provincia di Chieti ha voluto realizzare è arrivata al collasso!!!”. E annuncia su Facebook:”La strada è stata chiusa, chissà mai se e quando verrà riaperta, e, come si dice in questi casi, chi s’è visto s’è visto”. E i responsabili di questo disastro annunciato sarebbero, secondo l’ex primo cittadino, Manfredi Pulsinelli, Mauro Febbo e Tommaso Coletti, ovvero i tre presidenti di Provincia che si sono succeduti in quegli anni alla guida dell’ente.
“Si inizierà mai in Italia, in casi come questo, a far pagare il conto a chi ha sbagliato?!?” chiede Di Guglielmo. “Non si possono spendere 10 milioni di euro – aggiunge – per un’opera inutile, inutilizzabile, che replica, sullo stesso territorio, una strada provinciale già esistente”. Quindi l’affondo sui:“mega tecnici ingegneri incaricati di fare questa opera avrebbero dovuto avere la deontologia di dire alla politica che, su un versante argilloso categoria R3 ed R4 del PAI (piano assetto idrogeologico della regione abruzzo) non è il caso di costruire una strada“. Al contrario i tecnici avrebbero dimostrato come l’opera attenuasse il rischio idrogeologico.
Ad aprile 2014 i gabbioni hanno iniziato a “gobbarsi” ma, nonostante una segnalazione inviata a mezzo pec alla Provincia di Chieti, proprietaria della strada, pare che nessuno se ne sia preoccupato.
Antonio Del Furbo