Mazzette incassate da cricche di vigili urbani e tecnici comunali perché chiudessero un occhio sulle colate di cemento abusivo sotto il Vesuvio. Ne è sempre convinto il pm titolare dell’inchiesta che per quei fatti ha chiesto complessivi 120 anni di reclusione per 38 imputati.
L’accusa ha chiesto 3 anni per il sindaco Ciro Borriello e 12 anni per gli altri politici coinvolti nell’inchiesta. “Esisteva un gruppo di agenti di polizia municipale e tecnici comunali che incassava denaro e regali per coprire gli abusi edilizi commessi a Torre del Greco” ha detto il pm Emilio Prisco.
L’inchiesta partì nel 2010 dopo la denuncia di Andrea Formisano, comandante dei vigili urbani, che riferì di pressioni ricevute da Vincenzo Maida, consigliere comunale di maggioranza per far sì che gli agenti della municipale chiudessero un occhio a riguardo dell’abuso edilizio scoperto nella sua abitazione. Scattarono intercettazioni e accertamenti che coinvolsero il responsabile locale di Forza Italia accusato di abuso d’ufficio.
“Sono fiducioso nell’operato dei giudici chiamati a valutare la mia posizione” ha detto il sindaco Borriello. “Nel corso del dibattimento sono venuti fuori elementi utili a provare la mia estraneità ai fatti contestati. Senza entrare nello specifico, cosa che invece farà il mio avvocato Giancarlo Panariello nel prosieguo del dibattimento, nonostante la richiesta avanzata quest’oggi dal pubblico ministero, resto sereno e fiducioso nel buon esito dell’intera vicenda.”
Chiesti 7 anni di reclusione per Vincenzo Maida; 1 anno e 2 mesi per la figlia Valentina e 1 anno e 2 mesi per il fratello Giuseppe; 3 anni per il consigliere comunale dell’Ncd-Udc Nicola Donadio e 2 anni per il padre Antonio Donadio, consigliere comunale all’epoca dei fatti. Per ciò che riguarda gli ex vigili urbani, Errico Sorrentino e Francesco Di Maio, l’accusa ha chiesto 10 anni.
“La mia preoccupazione è rivolta alle ripercussioni sul tessuto sociale che questa notizia potrebbe generare” ha dichiarato Ludovico D’Elia, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle a Torre del Greco dopo la requisitoria del pm di Torre Annunziata. “Se queste accuse si dovessero rivelare fondate – aggiunge D’Elia -, in una vicenda che vede direttamente o indirettamente implicate maggioranza ed opposizione, come potrà il popolo torrese credere in un cambiamento? Eppure la nostra città ha tante risorse umane e territoriali, che attendono di rifiorire. Non nego la presenza di alcune cattive abitudini consolidate ma c’è anche un tessuto molto recettivo e reattivo di fronte a stimoli adeguati . Questo non può essere ancora ignorato dalle istituzioni”.
ZdO