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“Un Agente di Polizia è appena uscito dal suo gabbiotto blindato, mi invita a entrare all’interno della sezione del carcere di massima sicurezza di Opera: “Venga, Corona, prego”. Due passi dopo mi ritrovo nel mio nuovo mondo.”

“In questo preciso istante, mentre ti scrivo questa lettera mi trovo al quarto piano, cella N* 25, reparto secondo, sezione A. Davanti a me ci sono una trentina di celle disposte ai lati di un lungo rettangolo con una grande finestra fatta di sbarre e grate che affaccia su un muro di cemento.

All’interno di quelle celle ci sono loro, i peggiori criminali che hanno destabilizzato il nostro Paese. Totò Riina, capo di Cosa-Nostra e autore delle stragi di Capaci e Via D’amelio.

Francesco Schiavone, capo assoluto della Camorra e Boss del clan dei Casalesi, nonché autore di oltre 300 omicidi.

Giuseppe Setola, anch’esso criminale e affiliato al clan dei casalesi, è stato a capo dell’ala più sanguinaria, eseguendo più di 200 omicidi.

In cella con me c’è Pietro, anche lui grande uomo d onore, di carcere. Un calabrese condannato a 30 anni per omicidi eseguiti per conto della ‘Ndrangheta. Nella cella, le giornate scorrono metodiche: per noi del 41 Bis – sorvegliati speciali – la sveglia è alle sette e un quarto, ed entro le sette e mezzo bisogna fare colazione. Il pranzo (12.30) e la cena (7 di sera).

Cosa ci faccio qui? Cosa centro con questa gente? Chiudo gli occhi e spero che sia un incubo, e li riapro di nuovo. Sono ancora qui Chiedo aiuto ad una delle guardie” ‘Corona, faccia finta di essere morto! Cosa avrebbe fatto se fosse stato morto? Lei è morto! Per 11 anni non può avere contatti con l’esterno e deve morire anche il suo personaggio.’

“Ok, non sono mai stato uno stinco di santo, è vero. Mi sono preso le mie responsabilità e come si dice qui in gergo – mi sono fatto la galera – ma non sono nemmeno uno spietato criminale. Non si può marcire dentro una cella solo perché sei antipatico o hai pestato i piedi a qualcuno di troppo potente.

Sono quasi due settimane che non esco più dalla cella, che non dormo più, che non vado più all’aria, che non partecipo più a nessuna attività, che non parlo più con nessuno, a malapena mangio, ho lo sguardo fisso e perso nel vuoto.

Vivo rinchiuso all’interno di un Carcere di massima Sicurezza, accanto a me ci sono i peggiori Boss della ‘ndrangheta, della camorre e di cosa-nostra. Ma io non ho sciolto nell’acido nessuno, tantomeno ucciso e poi cementato alcuna persona.”

Corona ha certamente violato la legge, più volte. Ma è giusto che una persona venga distrutta anche per un atteggiamento strafottente difronte ai giudici?

ZdO

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