Sono stati tutti assolti i 19 imputati a processo in Corte d’assise di Chieti, per ciò che per tanti anni sono state chiamate discariche dei veleni della Montedison scoperte a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 2007.
I 19 imputati sono stati assolti dal reato di avvelenamento delle acque e, per quanto riguarda l’altro capo di imputazione, il disastro ambientale, la Corte ha derubricato il reato in disastro colposo e gli imputati sono stati giudicati non colpevoli per sopraggiunta prescrizione.
A leggere la sentenza è stato il presidente Camillo Romandini alle 17 in punto.
I due pm dell’accusa, Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini avevano chiesto condanne per un totale di 20 anni e 6 mesi per un disastro che inquinò le falde acquifere del fiume Pescara. Ciò determinò la chiusura dei pozzi di acqua potabile.
Cinque ore è durata la Camera di Consiglio della Corte d’Assise di Chieti che ha emesso la sentenza. Il dispositivo è stato riassunto in sei righe:“Visti gli articoli 442 e 530 CPP assolve gli imputati dal reato loro ascritto A ‘avvelenamento acque’ perché il fatto non sussiste. Visti gli articoli 521 e 531 CPP previa derubricazione del reato contestato B (disastro ambientale doloso) in quello di disastro colposo ex art.449 CP dichiara di non doversi procedere nei confronti degli imputati per intervenuta prescrizione”.
Per le motivazioni bisognerà attendere il termine massimo dei 45 giorni.
Il grande sconfitto della vicenda è Augusto De Sanctis, del Forum Acque Abruzzo e che ha condotto una guerra in prima linea contro la megadiscarica di Bussi:”Il disastro ce l’abbiamo, esiste, e ce lo teniamo” ha dichiarato subito dopo la sentenza.
ZdO