Massimo Carminati torna dietro le sbarre
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L’ex esponente dei Nar, figura emblematica del neofascismo romano e protagonista dell’inchiesta ‘Mondo di Mezzo’, si è consegnato questa mattina al carcere di Rebibbia.

Massimo Carminati torna dietro le sbarre. La revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali ha segnato il suo ritorno dietro le sbarre: gli restano ancora tre anni e quattro mesi da scontare sui dieci anni della condanna definitiva.

La decisione arriva dopo un complesso iter giudiziario. Carminati aveva ottenuto il beneficio dell’affidamento ai servizi sociali e aveva già iniziato il percorso di reinserimento. Tuttavia, la Cassazione ha accolto il ricorso della procura generale di Roma, rimettendo la questione nelle mani del Tribunale di Sorveglianza, che ha ribaltato la precedente concessione della misura alternativa. La motivazione? L’assenza di un reale “percorso di risocializzazione”. In altre parole, rispettare le regole non è sufficiente: bisogna dimostrare concretamente di voler cambiare vita.

La difesa dell’ex Nar non si arrende e l’avvocata Veronica Paturzo ha già annunciato battaglia. Ma, per il momento, Carminati è di nuovo in carcere, chiudendo – almeno temporaneamente – un capitolo che sembrava destinato a un epilogo diverso.

Un ritorno in cella che pesa

Solo pochi mesi fa, l’ex estremista di destra sembrava aver evitato il carcere, accettando di svolgere attività lavorative nel settore dell’accoglienza degli immigrati come parte del suo percorso riabilitativo. Un paradosso, considerando il suo passato e il coinvolgimento nell’inchiesta su Mafia Capitale, in cui proprio il business legato ai centri di accoglienza era uno degli snodi centrali.

Carminati aveva già avviato la sua nuova routine: 18 ore settimanali di lavoro in strutture di ospitalità per stranieri fino al 2027, un impiego nella logistica alimentare e il rispetto del coprifuoco serale. Ma il Tribunale di Sorveglianza ha ritenuto che questo non fosse sufficiente. Nessun affidamento in prova, nessuna misura alternativa: per lui si sono riaperte le porte del carcere.

Un passato ingombrante

La decisione dei giudici non può prescindere dal percorso di Carminati. Il suo nome è legato a decenni di criminalità romana: dai Nar alla Banda della Magliana, dalle rapine ai processi per omicidio, fino all’assalto al caveau della Banca di Roma nel Palazzo di Giustizia di piazzale Clodio. Un passato che non si cancella con qualche ora di servizio sociale.

La vicenda, però, potrebbe riservare nuovi sviluppi. La difesa è determinata a presentare ricorso in Cassazione. Riuscirà Carminati a evitare di scontare fino all’ultimo giorno la sua pena? La sua storia giudiziaria ha già visto ribaltamenti e colpi di scena. E forse non è ancora finita.

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