La gestione del servizio idrico integrato in Abruzzo continua a essere un tema di grande interesse e preoccupazione per cittadini e istituzioni.
ACA e crisi idrica: parla il presidente. Le problematiche legate alla scarsità d’acqua, alle reti obsolete e ai continui disservizi sono al centro del dibattito pubblico, mentre l’ACA Spa, la società interamente pubblica che gestisce l’acqua in house per 64 comuni delle province di Pescara, Chieti e Teramo, si trova a dover affrontare sfide sempre più complesse.
Per cercare di comprendere lo stato attuale della gestione dell’acqua nella regione, abbiamo intervistato la presidente dell’ACA, Giovanna Brandelli, che ha accettato di confrontarsi apertamente sulle criticità segnalate dai cittadini e sulle strategie per il futuro.
Il peso dei disservizi e le domande dei cittadini
Negli ultimi anni, le segnalazioni di carenze idriche si sono moltiplicate. Interruzioni nel servizio, guasti continui, investimenti annunciati e mai realizzati, reti obsolete che disperdono enormi quantità di acqua prima di arrivare alle case degli utenti: questi sono solo alcuni dei problemi che caratterizzano la gestione idrica in Abruzzo. A tutto ciò si aggiunge il problema delle bollette: tariffe che aumentano senza che i cittadini percepiscano miglioramenti concreti nel servizio.
Domande come dove finiscono i soldi delle bollette? Perché ogni estate si ripresentano gli stessi problemi? sono ormai costanti. L’ACA, dal canto suo, sostiene di operare in un contesto difficile, ereditando una rete idrica fragile che necessita di interventi strutturali imponenti e di una gestione integrata per garantire un servizio adeguato.
La collaborazione con i Consorzi di Bonifica
Tra le soluzioni individuate dall’ACA, un ruolo chiave è affidato alla collaborazione con i Consorzi di Bonifica. La presidente Brandelli ha sottolineato l’importanza di lavorare in sinergia per ottimizzare le risorse idriche e migliorare la manutenzione delle infrastrutture esistenti.
L’ANBI Abruzzo, che rappresenta i cinque Consorzi regionali, ha ribadito la necessità di un piano strategico per superare la gestione emergenziale e avviare investimenti concreti. Sono stati stanziati 33 milioni di euro per la manutenzione degli invasi e 14 milioni per nuovi impianti di irrigazione, ma il cambiamento vero e proprio arriverà solo con gli oltre 107 milioni di euro previsti dal 2025. Tra gli interventi più attesi vi è l’acquedotto duale, che dovrebbe fornire acqua non potabile per gli usi industriali e irrigui, riducendo la pressione sulle risorse potabili.
Il confronto sul ruolo dell’informazione
Durante l’intervista, non sono mancati momenti di confronto serrato, soprattutto sul ruolo dell’informazione. La presidente Brandelli ha espresso la sua opinione su come andrebbero condotti gli approfondimenti giornalistici, riferendosi in particolare a un nostro reportage su una vasca di depurazione al centro di una denuncia da parte di un cittadino. Il dibattito si è acceso su un punto fondamentale: il diritto-dovere di chi gestisce il servizio di fornire risposte trasparenti e, dall’altra parte, la necessità di un’informazione libera, indipendente e rigorosa.
Nel corso della nostra inchiesta, abbiamo sollevato interrogativi sulla sicurezza e l’efficienza del sistema di depurazione regionale. L’ACA ha riconosciuto che alcuni impianti, come quello nella zona industriale del comune in esame, sono in fase di ammodernamento, ma restano molte domande aperte sui tempi e sulla reale efficacia di questi interventi.
Il caso del depuratore di Lucina
Uno dei nodi più critici riguarda il depuratore di Lucina. Una relazione tecnica richiesta dall’ERSI nel febbraio 2022 ha evidenziato come l’impianto versi in condizioni critiche a causa di movimenti franosi che hanno danneggiato le strutture in cemento armato. Di fronte a queste difficoltà, l’ente ha deciso di potenziare l’impianto della zona industriale per gestire i carichi in ingresso, ma ci si chiede quanto tempo sarà necessario per risolvere completamente il problema.
Nel nostro reportage abbiamo chiesto se le acque depurate fossero effettivamente sicure e se la vasca fosse idonea alle necessità del territorio. Domande a cui, almeno per ora, non è arrivata una risposta definitiva.
La sfida della trasparenza
L’intervista alla presidente dell’ACA ha rappresentato un’occasione importante per portare alla luce le problematiche che riguardano il servizio idrico in Abruzzo.
Se da un lato è positivo che un’istituzione pubblica si renda disponibile a un confronto aperto, dall’altro restano aperti interrogativi che meritano risposte più chiare e concrete. La collaborazione con i Consorzi di Bonifica, gli investimenti previsti e il piano per modernizzare gli impianti sono passi importanti, ma la questione fondamentale rimane: i cittadini continueranno a subire disagi ancora a lungo?
L’informazione deve rimanere libera, sempre e in ogni caso. Raccontare i fatti, portare alla luce criticità e dare voce ai cittadini non è solo un dovere, ma una necessità. Senza informazione indipendente non c’è controllo, senza controllo non c’è possibilità di cambiamento.