Spread the love

L’inchiesta che vi presentiamo oggi si concentra su un tema di fondamentale importanza per il nostro Paese: la cosiddetta “mafia dei pascoli”.

Per un pezzo di terra. Si tratta di un fenomeno che, pur restando spesso nell’ombra, ha radici profonde e un impatto significativo su territori e comunità locali. Nel nostro lavoro, abbiamo ascoltato le voci di consiglieri comunali e di chi per primo ha studiato e definito questo sistema, come la professoressa Lina Calandra dell’Università dell’Aquila. Le loro testimonianze e analisi ci offrono un quadro dettagliato e preoccupante di un meccanismo che sembra essere progettato per favorire pochi a scapito di molti.

https://www.youtube.com/watch?v=UXxZPDll9-4

Cosa si intende per “Mafia dei Pascoli”?

La “mafia dei pascoli” è un termine utilizzato per descrivere un sistema di appropriazione indebita di risorse pubbliche, in particolare legato alla gestione dei terreni destinati al pascolo. Questo sistema coinvolge diversi attori: amministratori pubblici, imprenditori agricoli e, in alcuni casi, veri e propri gruppi criminali organizzati. L’obiettivo principale è ottenere fondi europei destinati all’agricoltura, sfruttando normative complesse e lacune nei controlli.

Secondo la professoressa Lina Calandra, che ha dedicato anni di studio al fenomeno, si tratta di una rete ben strutturata che opera attraverso la manipolazione di documenti, bandi pubblici e concessioni. “Non è solo una questione di furto di risorse economiche,” spiega Calandra, “ma anche di controllo del territorio e di indebolimento delle comunità locali, che si trovano private di opportunità e risorse fondamentali per il loro sviluppo.”

Il caso di Borbona

La nostra inchiesta si è focalizzata sul comune di Borbona, un piccolo centro in provincia di Rieti. Qui, il sistema di gestione dei terreni pascolivi presenta molteplici aspetti che destano sospetti. Abbiamo raccolto le testimonianze di due consiglieri comunali di minoranza, che hanno denunciato pubblicamente alcune dinamiche poco chiare. Tra queste, la concessione di lotti di terreni a persone esterne al comune e l’assegnazione di vantaggi economici ad alcuni soggetti specifici.

Va sottolineato che il nostro obiettivo non è quello di associare Borbona al fenomeno della “mafia dei pascoli”, ma di comprendere se esistano condizioni che potrebbero rappresentare terreno fertile per eventuali infiltrazioni o abusi da parte di soggetti terzi.

Uno dei protagonisti di questa vicenda è Pietro Foffo, un imprenditore agricolo che, secondo i consiglieri, avrebbe beneficiato di una serie di agevolazioni da parte dell’amministrazione comunale. Parliamo di concessioni per la fida pascolo, sgravi su sanzioni amministrative e l’accesso a risorse destinate alla gestione del territorio. A questo si aggiungono le presunte connessioni con l’Agricola Vallemare, una società le cui dinamiche interne e legami esterni meritano ulteriori approfondimenti.

Le dinamiche di un sistema sospetto

Analizzando i documenti e ascoltando le testimonianze raccolte, emergono diversi elementi che richiedono chiarezza. In primo luogo, la composizione dell’organigramma comunale sembra intrecciarsi in modo preoccupante con gli interessi privati. Abbiamo infatti rilevato che la moglie di un allevatore è anche segretaria comunale, mentre il fratello di quest’ultima ha ricoperto fino al 2019 il ruolo di responsabile del servizio finanziario del comune.

Queste connessioni sollevano domande legittime: è possibile che decisioni pubbliche siano state influenzate da interessi familiari o personali? E in che modo queste dinamiche possono aver contribuito a creare un sistema opaco nella gestione dei terreni pubblici?

Il legame con la criminalità organizzata

La “mafia dei pascoli” non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di infiltrazioni mafiose nel settore agricolo. Il modello è sempre lo stesso: accaparrarsi fondi europei attraverso l’uso di terreni spesso non utilizzati o addirittura inesistenti. Questo sistema non solo sottrae risorse alla collettività, ma contribuisce a consolidare il potere economico e sociale di gruppi criminali.

Secondo Lina Calandra, “i segnali di queste infiltrazioni sono evidenti quando si analizzano le dinamiche economiche locali. La presenza di figure che riescono a ottenere vantaggi sproporzionati rispetto agli altri attori del territorio è un campanello d’allarme che non può essere ignorato.”

Il ruolo del Sindaco

Nonostante i nostri tentativi di ottenere una sua dichiarazione, non abbiamo ricevuto alcuna risposta dal sindaco di Borbona. Questo silenzio non fa che alimentare i dubbi e rende ancora più urgente fare chiarezza. In qualità di primo cittadino, il sindaco ha la responsabilità di garantire trasparenza e correttezza nella gestione delle risorse pubbliche. La sua posizione in questa vicenda, tuttavia, resta avvolta nel mistero.

Un appello alla trasparenza

Con questa inchiesta vogliamo lanciare un messaggio chiaro: la trasparenza è un valore imprescindibile in una democrazia. Le comunità locali hanno il diritto di sapere come vengono gestite le loro risorse e chi trae vantaggio da decisioni che dovrebbero essere prese nell’interesse collettivo.

Invitiamo tutti coloro che hanno informazioni utili su questa vicenda a farsi avanti. Denunciare e portare alla luce meccanismi opachi è il primo passo per garantire giustizia e legalità. E, ancora una volta, rinnoviamo il nostro invito al sindaco di Borbona a fornire il suo punto di vista, se lo riterrà opportuno.

Conclusione

La “mafia dei pascoli” è un fenomeno che minaccia il futuro delle nostre comunità, sottraendo risorse e opportunità a chi ne ha realmente bisogno. Attraverso questa inchiesta, abbiamo cercato di fare luce su un caso emblematico, ma il nostro lavoro non finisce qui. Continueremo a seguire questa vicenda e a raccontare storie che meritano di essere conosciute. Perché la verità è l’unico strumento che abbiamo per costruire un domani migliore.

Mafia nei Pascoli: come la criminalità si spartisce l’Abruzzo. Anche con droga e rifiuti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia