L’inchiesta ha messo in luce i tentacoli che alcuni degli uomini della Mafia Capitale hanno usato per sventrare dall’interno il Comune capitolino. Messe le mani anche sulla Commissione Controllo e Granzia e Trasparenza.
La ‘cupola’ aveva messo le mani sugli appalti del verde pubblico e dell’emergenza immigrati per mezzo di un loro uomo di fiducia, Giovanni Quarzo, indagato per associazione mafiosa. Quarzo era colui che avrebbe dovuto esercitare il controllo sulla regolarità dei bandi per le assegnazioni degli appalti e che aveva stretti rapporti con Massimo Carminati, capo dell’organizzazione a delinquere.
Carminati è uomo con alle spalle una militanza nell’ala armata dell’estrema destra dei Nar e nella famigerata Banda della Magliana. La Mafia Capitale faceva soldi, tanti soldi. Era entrata nel palazzo facendo favori ad alcuni politici, pagando cene elettorali in cambio della gestione di determinati settori.
Dopo l’elezione di Marino al Campidoglio Carminati decide una nuova politica per cercare di entrare nel palazzo.
L’INTERCETTAZIONE TRA CARMINATI E CORSI
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“SAI QUANTO CI GUADAGNO CON GLI IMMIGRATI?”
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Un gruppo ‘criminale’ che non si faceva intimidire da nessuno e che sapeva bene cosa fare per ottenere favori. “Comandiamo sempre noi” hanno più volte ribadito gli ‘affiliati’ nelle intercettazioni. Un’associazione che lavorava con il cosiddetto Mondo di Mezzo.
LA TEORIA DEL MONDO DI MEZZO
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“Organizzazione mafiosa che usa metodo mafioso” ha detto il procuratore capo Giuseppe Pignatone. Un giro affaristico in cui un ruolo determinante è svolto anche da Salvatore Buzzi, uomo appartenente all’universo della Legacoop, e a cui Carminati detta le regole.
“COMANDIAMO SEMPRE NOI”
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“La teoria del mondo di mezzo è un mondo in cui tutti si incontrano indipendentemente dal proprio ceto – spiega Pignatone – è un mondo in cui tutto si mischia. Un mondo di sopra, relativo alla politica e agli imprenditori, e uno di sotto, ovvero quello criminale.
“IO T’AMMAZZO”
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E al Comune in molti sono a temere gli uomini dell’organizzazione.
“COMANDIAMO SEMPRE NOI, NON QUELLI DELLA STRADA”
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Buzzi, ex ras delle cooperative condannato per omicidio e calunnia, è definito nei documenti dell’inchiesta come uomo:”capace di sfruttare tutte le aperture dell’ordinamento giudiziario per reinserirsi in circuiti criminali a un livello decisamente più alto e raffinato. Uomo in grado di fruire di liberazione anticipata e della liberazione condizionale, benefici palese frutto di una manipolazione verso gli organi che li hanno concessi, evidentemente ingannati circa la volontà di cooperare all’opera di rieducazione, se il risultato sono i fatti, gravissimi, per cui si procede”.
ZdO