Dopo essere stati colti con le ‘mani nel sacco’, gli amministratori regionali hanno inscenato veri e propri spettacoli di cabaret. Dal:”Non ne sapevo nulla” al “sì, però effettivamente se ne poteva fare a meno”. L’emendamento-privilegio, a quanto pare, non era nel programma elettorale del proponente, Lucrezio Paolini vice presidente del Consiglio regionale. Eppure l’ha infilato nella proposta di Legge.
È mai possibile che nella terra di Antonio Razzi non ci sia nessuno che si faccia li ‘ca…. sua’? Pare proprio di sì. Sarà che le informazioni corrono veloci, sarà che ci sono giornalisti e blogger che se hanno notizie le pubblicano, fatto sta che intorno alla vicenda si è scatenato un putiferio.
I consiglieri regionali hanno approvato una modifica di legge che li autorizza a prelevare un anticipo di Tfr per un ammontare di 50mila euro. E proprio mentre la Regione è in difficoltà per assicurare il pagamento degli stipendi di novembre e dicembre.
La modifica di Paolini è stata inserita all’interno della proposta di Legge n. 22/2014 con altri due emendamenti: uno che destinava 750mila euro di contributi per interventi destinati al credito agrario e l’altro che prevedeva l’incremento di 45 mila sulla nota in capitolo per la provvidenza in favore delle famiglie abruzzesi multiproblematiche, con problemi psichiatrici, tossicodipendenze e grave emarginazione per un totale di 420mila euro. Quest’ultimo inserito dopo l’ostruzionismo del M5S che aveva votato a favore di questi ultimi e contro la ‘Paolini’.
Dopo la bufera mediatica, tutti hanno fatto un passo indietro. Quelli che avevano votato a favore ora fanno a gara per presentare emendamenti abrogativi. Come mai? Ai posteri l’ardua sentenza.
Tutto risolto? No. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Luciano D’Alfonso:”Non ne sapevo nulla” ha detto appena appresa la notizia dalla stampa. Andiamo bene. “Farò in modo di non promulgare la norma intrusa” ha aggiunto il governatore.
Potrà farlo? Chissà.
Fatto sta che l’autore della norma contestata nel suo programma elettorale non aveva indicato questa urgenza del Tfr.
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“Il mio impegno è quello di affrontare in chiave risolutiva i numerosi problemi irrisolti della nostra regione” annunciava quel 17 maggio 2014 Lucrezio Paolini. E le problematiche erano quelle “occupazionali e aziendali” poi c’erano le questioni della “crisi della sanità, del dissesto idrogeologico, dei problemi legati alla formazione e all’edilizia scolastica che hanno fatto precipitare l’Abruzzo in una condizione drammatica e preoccupante”.
Dell’emendamento sul gravoso problema del Tfr per i consiglieri nemmeno l’ombra. Magari se gli elettori l’avessero saputo non lo avrebbero eletto.
Antonio Del Furbo