Torna Trump: 47° presidente d'America
Spread the love

A quattro anni dal suo controverso addio a Washington, Donald Trump torna presidente degli Stati Uniti, consolidando una rinascita politica senza precedenti.

Torna Trump: 47° presidente d’America. La CNN ha annunciato la sua vittoria mercoledì, indicando il Wisconsin come stato chiave per raggiungere i 270 voti elettorali necessari. Il ritorno di Trump porta con sé un potere dirompente a livello nazionale e internazionale. Con promesse di un’America più sicura, prospera e meno tollerante nei confronti dell’immigrazione illegale.

Tra difficoltà legali e accuse penali, Trump ha superato due tentativi di impeachment e un tentativo di omicidio.

Nel suo discorso a Mar-a-Lago, ha dichiarato che intende “guarire” la nazione, ristabilendo i confini e rafforzando l’economia. La volontà è quella di rispondere a una popolazione frustrata dai costi elevati di cibo e alloggi. Nel frattempo, la campagna democratica di Kamala Harris si è rivelata inefficace nel contrastare la sua avanzata.

Durante la campagna, Trump ha evocato un senso di emergenza. Ha dipinto le città come minacciate da criminalità e gang straniere e alimentando le paure di una possibile terza guerra mondiale. Ha promesso una politica economica protezionistica e un’immediata azione contro l’immigrazione illegale, attirando consensi tra gli elettori preoccupati per le sfide economiche.

All’estero, il ritorno di Trump solleva preoccupazioni per la stabilità internazionale.

Con una politica estera imprevedibile e il suo sostegno a leader autoritari, la presidenza Trump potrebbe minare le relazioni con gli alleati e sollevare dubbi sull’impegno degli Stati Uniti nella NATO e su altre alleanze storiche. Sul fronte interno, Trump ha promesso una riforma istituzionale radicale. Pianificando di sostituire gran parte del personale governativo con fedelissimi, mettendo alla prova i confini del potere presidenziale.

Se riuscirà a portare a termine il secondo mandato, Trump diventerà il presidente in carica più anziano nella storia degli Stati Uniti. La sua nomina del senatore JD Vance come vicepresidente suggerisce una continuità di intenti e l’ascesa di nuovi leader pronti a difendere il “Trumpismo”. Il suo ritorno preannuncia uno dei periodi più divisivi e complessi della politica americana. C’è la possibilità di scontri sulla giustizia e un impatto duraturo sulla democrazia statunitense e il suo ruolo nel mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia