I Li Bergolis, un clan nato nelle montagne del Gargano, sono cresciuti: da pastori ruvidi sono diventati leader di una delle organizzazioni criminali più temute della Puglia.
Clan Li Bergolis: i montanari della droga. Nel corso degli anni, si sono evoluti da “mafia militare” a un sofisticato gruppo dedito al business, espandendo il loro controllo dalle montagne fino alle coste pugliesi. Nonostante numerosi arresti e il regime di alta sicurezza in carcere, i capi del clan sono riusciti a mantenere il controllo delle operazioni e a far crescere i loro traffici.
Operazione anti-mafia e arresti
La recente operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha portato all’arresto di 39 membri del clan, tra cui i leader storici. Questo blitz rappresenta un colpo importante contro un’organizzazione che, negli ultimi decenni, ha stretto alleanze con altre mafie, come la ‘ndrangheta e la camorra, arrivando a infiltrarsi nei settori imprenditoriali e politici. Gli inquirenti hanno scoperto che il clan aveva sviluppato un traffico di droga internazionale, collaborando con i cartelli albanesi e riciclando il denaro in attività apparentemente legali.
La trasformazione: da pastori a trafficanti internazionali
La metamorfosi del clan è stata evidente nella sua capacità di passare dal controllo locale a un ruolo centrale nel traffico di droga internazionale. Secondo la PM Bruna Manganelli, che ha coordinato l’indagine, i Li Bergolis hanno costruito rapporti stabili con potenti famiglie calabresi, accumulando ingenti somme di denaro, confermate da un recente sequestro di beni per oltre 10 milioni di euro. Il loro potere è cresciuto anche attraverso una sanguinosa guerra con i clan rivali, che ha portato a una lunga serie di omicidi nel Gargano.
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