La vicenda che circonda la tragedia di Ustica si estende per oltre quattro decenni. È un evento che ha segnato l’Italia con una strage aerea, portando via 81 vite, tra cui 13 bambini, lasciando i loro familiari in attesa di giustizia.
Ustica. Il dramma, avvolto in un’oscurità persistente, continua ad essere oggetto di indagine da parte della procura di Roma, con un fascicolo aperto dal 2008. Ma il cui esito rimane sconosciuto.
Negli ultimi anni, ci sono stati sporadici accenni a nuove indagini e possibili sviluppi, ma il procedimento sembra stagnare, con l’ombra dell’archiviazione che aleggia periodicamente. Questo limbo investigativo non ha portato chiarezza né consolazione alle famiglie colpite, che attendono ancora di sapere la verità su quella terribile notte del 27 giugno 1980, quando il DC9 Itavia, diretto da Bologna a Palermo, venne tragicamente abbattuto.
Le rivelazioni dell’ex addetto militare dell’ambasciata francese
Le recenti rivelazioni di un ex addetto militare dell’ambasciata francese a Roma hanno sollevato ulteriori interrogativi, suggerendo una possibile copertura dei dati radar cruciali provenienti dalla base aerea di Solenzara in Corsica. Questo episodio aggiunge un nuovo strato di sospetto a una vicenda già intrisa di depistaggi e teorie non del tutto convincenti. Come quella della presunta bomba a bordo dell’aereo.
L’ipotesi di un missile francese come causa dell’abbattimento dell’aereo è stata avanzata da diverse fonti autorevoli nel corso degli anni. Inclusi giudici e giornalisti investigativi come Andrea Purgatori.
Nonostante decenni di impegno e una serie di inchieste, inclusi vitalizi per i familiari delle vittime previsti solo dopo i 75 anni, il cammino verso la verità rimane tortuoso e insoddisfacente. La speranza è che, con il tempo, emergano nuovi dettagli. E che possano finalmente gettare luce su ciò che è davvero accaduto in quella tragica notte nei cieli italiani.