Ah, le gioie della politica abruzzese! Mentre i cittadini si godono il sole e le arrosticini, nel centrodestra regionale c’è un vero e proprio circo in atto. Stavolta, il sipario si alza su una nuova puntata della telenovela: “Il buco della Sanità e la privatizzazione di Sangritana”.
Sangritana in vendita: l’ultima puntata della soap opera politica abruzzese! Ebbene sì, proprio quella Sangritana, la società commerciale controllata da Tua, l’azienda regionale di trasporti, è diventata il pomo della discordia. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, fresco di riconferma con tanto di applausi e abbracci lo scorso 10 marzo, è furibondo. Motivo? La Lega non ne vuole sapere di cedere la Sangritana. E il segretario provinciale di Chieti, Maurizio Bucci, primo cittadino di Gamberale, ha pensato bene di indire una conferenza stampa per farlo sapere a tutti, con tanto di appello: “Difendiamo questo gioiello!”. Gioiello che, a quanto pare, è diventato una patata bollente.
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Pare che Marsilio fosse davvero fuori di sé a Pescara, durante la presentazione di “Cartoons in the bay”. E mentre i bambini ridevano guardando i cartoni, lui era impegnato in colloqui telefonici accesi, probabilmente non sui nuovi episodi di Topolino.
Insomma, il centrodestra è un vero vespaio.
Mentre c’è chi preferisce mantenere il riserbo sulle operazioni in corso, tutti aspettano con ansia di sapere chi si aggiudicherà il 30% delle quote di Sangritana. Gli operatori economici sono stati invitati a presentare le offerte a breve, e si preannunciano giornate di fuoco.
E mentre i telefoni squillano incessantemente, nel tentativo di trovare un’unità di intenti che sembra sempre più un miraggio, diversi esponenti del centrodestra di Chieti si lamentano di essere stati tagliati fuori da questa operazione top secret.
Ma non pensate che Bucci, il segretario della Lega Chieti, si sbottoni. No, lui preferisce mantenere un’aura di mistero. “Aspettiamo per sapere se ci sono state offerte e come ci si muoverà”, dice ad AbruzzoWeb. La sua preoccupazione? Difendere un’azienda storica del territorio e i suoi oltre 100 lavoratori che, poveretti, sono in preda all’ansia sul loro futuro.
Secondo Bucci, la Sangritana è un’azienda con rotte di percorrenza interessanti e fruite, un servizio pubblico di qualità e con ottime prospettive di crescita. Non vorrebbe che la cessione delle quote fosse solo una pezza per tappare altri buchi finanziari. E come dargli torto?
Il recente cambio al vertice della Sangritana non ha certo migliorato le cose.
Alberto Amoroso, l’ex amministratore unico, è stato sostituito da Enrico Dolfi, che però ha rinunciato per “improvvisi ed imprevisti problemi familiari”. Ora c’è Paolo Marino al timone, ma il malcontento rimane. Dalle opposizioni tuonano contro la “marsilizzazione dell’Abruzzo”, accusando Marsilio di voler svendere gli asset strategici.
Il dramma? La sostituzione di Amoroso, da sempre contrario alla privatizzazione, puzza di complotto per favorire la “svendita” della Sangritana. E mentre il predecessore di Amoroso, Pasquale Di Nardo, è rimasto in carica per 12 anni, questo continuo turnover al vertice lascia più di qualche dubbio.
Insomma, nella politica abruzzese c’è sempre un nuovo episodio da seguire, tra colpi di scena e battute al vetriolo.
Restate sintonizzati, perché la saga è tutt’altro che finita!