È quanto accaduto ad un’attivista pro Stamina di Reggio Calabria dopo aver pubblicato su Youtube un filmato in cui racconta storie di bambini che, grazie alle infusioni, hanno avuto miglioramenti.
“Poco fa sono ritornata da un insolito incontro con due ufficiali di NAS di Reggio Calabria” racconta Soriana. “Mi cercavano da circa due settimane ma avendo residenza in un posto e il domicilio in un altro il tempo per l’incontro si è allungato”. La donna racconta di non essersi preoccupata più di tanto in quanto al telefono gli agenti l’avevano tranquillizzata dicendole di trattarsi di “una semplice notifica”.
Le cose in realtà non erano tanto da prendere alla leggera visto che Soriana ha scoperto di essere “denunciata dalla procura di Torino e indagata in merito al reato di cui all’art.167 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, riguardante il codice in materia di protezione dei dati personali'”.
I ‘Bambini di Stamina’ è stato rimosso da Youtube ma è ancora presente su Vimeo. http://vimeo.com/102277853
Il video mostra i miglioramenti di Sebastian, Daniele, Sofia, Gioele, Celeste, Federico, Smeralda, Ginevra, Desireè, Ludovica, Mattia, Rita e Guilherme, tutti affetti da “gravi malattie neurodegenerative per le quali non esiste cura”. Gioele, affetto da Sma1, prima delle infusioni “era totalmente immobile e pesava 3,2 kg” evidenzia nel video l’autrice “dopo le infusioni respira meglio, saluta la mamma con la mano, muove le gambe quando ascolta la la musica, muove la testa”. Nel video vengono anche riportati dichiarazioni di esperti come John R. Bach, massimo esperto di Sma1 al mondo e Marcello Villanova, massimo esperto di Sma1 in Italia.
La cosa che stupisce è che il sequestro del video sia avvenuto nonostante le immagini dei bambini siano state autorizzate per la divulgazione dai rispettivi genitori. “Sarebbe stato più semplice e logico chiedere le autorizzazioni” commenta Soriana “invece hanno preferito togliere il video ‘scomodo’ dalla rete e iniziare delle indagini quando in effetti non c’è niente da indagare, bastava chiedere e le risposte sarebbero state subito state date, insieme alle autorizzazioni.” Tutte le foto, inoltre, pare siano già state trasmesse in tv e pubblicate dalla stampa.
“Si capisce che il video è troppo scomodo, soprattutto adesso quando aspettano la decisione della commissione. In rete non deve rimanere niente che attesta i miglioramenti” aggiunge l’autrice. E piena solidarietà alla donna arriva da Pietro Crisafulli, presidente di Sicilia Risvegli Onlus, che risulta indagato con le accuse di “aver commesso con più azioni esecutive un medesimo disegno criminoso” e aver offeso, minacciato, l’onore, il prestigio del PM di Torino Raffaele Guariniello. “Con l’aggravante di averlo fatto, attraverso vari mezzi di comunicazioni, internet compreso.”