Famiglie e malati tornano in campo dopo un silenzio apparente. E la lotta per il diritto alla cura riparte da Roma, con le famiglie che urlano contro uomini dello stato irresponsabili e, spesso, arroganti.
Il punto di raccordo per chi combatte questa guerra è stato l’incontro di venerdì scorso a Roma presso il caffè letterario.
“È stato sottratto un diritto soggettivo acquisito – scrive il Movimento sulla pagina Facebook – , il diritto più alto qual è il diritto alla salute, legato a organismi viventi che rappresentano l’unico mezzo di diritto alla salute, di efficacia indiscussa, basando la giustificazione non sulle prove, dato che queste dimostrano il contrario, ma sul falso”. Vengono ignorate le 43 sentenze, tutte inapplicate, “infangando genitori stimati, informati e responsabili additandoli al pubblico ludibrio quali DISPERATI (agli atti) destinati a una risonanza mondiale”. È stata fatta, insomma, un’operazione di trasposizione e occultamento “ricorrendo a relazioni vecchie di anni e che riguardano tutt’altro”.
E non ha dubbi Felice Massaro, giornalista e nonno di Federico Mezzina, che da tempo riporta, puntigliosamente, fatti sulla vicenda Stamina.
“Il sequestro più odioso, infondato e fuorviante nella storia dell’uomo”
Per Massaro “copiando dal PM che, a sua volta, si rifà all’AIFA, riferisce norme riguardanti la sperimentazione e la produzione industriale di prodotti cellulari applicandole alle cure compassionevoli per sostenere che i pazienti in cura a Brescia non hanno diritto a continuarle anche perché le normative che le prevedono sarebbero ormai inapplicabili.” Quindi la stessa Aifa che aveva indotto in errore moltissimi giudici. Ma il decreto Turco/Fazio “anticipa l’intento del legislatore di non applicare le norme che disciplinavano la produzione industriale alle cure compassionevoli.”
“Il legislatore italiano, con l’art. 34 della Legge 7 luglio 2009, n. 88, recepisce le modifiche apportate alla direttiva 2001 modificandone il precedente decreto legislativo di attuazione 24 aprile 2006 n. 219 con l’art. 34″ che recita:”a qualsiasi medicinale per terapia avanzata, quale definito nel regolamento (CE) n. 1394/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, preparato su base non ripetitiva, conformemente a specifici requisiti di qualita` e utilizzato in un ospedale, sotto l’esclusiva responsabilita` professionale di un medico, in esecuzione di una prescrizione medica individuale per un prodotto specifico destinato ad un determinato paziente. La produzione di questi prodotti e` autorizzata dall’AIFA. La stessa Agenzia provvede affinche´ la tracciabilita` nazionale e i requisiti di farmacovigilanza, nonche´ gli specifici requisiti di qualita` di cui alla presente lettera, siano equivalenti a quelli previsti a livello comunitario per quanto riguarda i medicinali per terapie avanzate per i quali e`richiesta l’autorizzazione a norma del regolamento (CE) n. 726/2004”.
Siamo, quindi, davanti a qualcosa che nemmeno i giudici riescono a decifrare? Se così fosse la cosa parrebbe gravissima.
Intanto oggi è stato il giorno dell’udienza al tribunale di Torino per il ricorso presentato dalle famiglie per il dissequestro delle cellule. Sconcertante il comportamento del Pm Raffaele Guariniello che ha sollevato l’incompetenza funzionale del GIP sul provvedimento di sequestro preventivo. E il giudice, nonostante questo, non ha reso nullo il provvedimento ma si è riservato di decidere.
E per l’avvocato Ottaviano, legale della famiglia Spinazzola che combatte la battaglia per Miryam affetta dalla patologia Sma1 tipo 9, “l’obiezione della clausola di coscienza sollevata dai medici di Brescia è un abuso” ha detto ad ‘Osservatore Italia’. “Il diritto italiano regola con apposite leggi solo tre casi di legittima obiezione di coscienza: 1) riguardo all’interruzione volontaria di gravidanza; 2) riguardo alla sperimentazione animale; 3) riguardo alla fecondazione assistita. Nel caso di stamina, l’unica fonte della obiezione sollevata è rinvenibile nel codice deontologico medico che però, qualificato giuridicamente, è solo un “regolamento tra privati” (gli appartenenti alla categoria). Ebbene, una fonte regolamentare deve sottostare alla legge di Stato”.
Le querele di Davide Vannoni contro Domenici e De Biasi
Davide Vannoni ha depositato due querele per diffamazione, una contro la senatrice Emilia Grazia De Biasi e una contro Massimo Domenici, responsabile del Laboratorio di biologia cellulare dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
La querela a Dominici, presentata il primo settembre scorso al Tribunale di Roma, è stata fatta in merito all’audizione avvenuta in Commissione Sanità del Senato il 30 luglio scorso. In quell’occasione Dominici disse che le cartelle “risultavano completamente diverse da quelle riportate nella relazione del 2012, sulla base delle analisi sui campioni sequestrati, ne mostrano la malafede”, ha spiegato Cataliotti, difensore di Vannoni. “Allora disse che sembrano essere neuroni, in Senato invece ha smentì se stesso dicendo che le mesenchimali non possono diventare neuroni”. La querela nei confronti della Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato è stata invece presentata ai Carabinieri di Torino “che la inoltreranno alla procura di Milano” e “riguarda sue affermazioni fatte nel corso della Festa dell’Unità di Milano una settimana. Riferendosi a Vannoni e Stamina Foundation che sono dei cialtroni”. Un’ultima querela, la terza, “è stata depositata a luglio nei confronti di rappresentanti della comunità scientifica e delle istituzioni che abbiano incitato all’inosservanza delle decisioni dei giudici, in quanto hanno invitato a non applicare le ordinanze dei tribunali” ha spiegato l’avvocato di Vannoni.
Antonio Del Furbo