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Ho sentito spesso dire, da gente che ne sa più di me, che nella vita bisogna aspettarsi di tutto e non mettere mai limite a nulla. Devo dire la verità: a 41 anni faccio ancora molta fatica ad accettare il concetto e farlo mio. Sono sicuro però che quello che ho letto sul giornale diretto da Peter Gomez ha contribuito a farmi fare un passo verso questa teoria.

L’articolo apparso oggi sul quotidiano on line sembrava essere stato scritto da un Alessandro Sallusti piuttosto che da un Giuliano Ferrara. A leggere il titolo un lettore medio del Fatto avrebbe potuto perdere i sensi:”Ottaviano Del Turco, se il grande accusatore fosse poco credibile?“. Scrive Saletti in merito ai conti di Angelini ritrovati ritrovati nelle Antille:”Se risultasse che Del Turco non si è mai prestato ad episodi di corruzione” e “E sempre se risultasse tutto ciò, pur in assenza di dolo o colpa grave, serie domande sulla Procura e sul Tribunale di Pescara sarebbero da porsi. Perché è un fatto che in merito alla credibilità dell’accusatore Angelini dovessero sorgere molteplici dubbi e che, esercitando l’arte difficile del dubbio, fosse doveroso domandarsi se Angelini, come spesso accade nelle aule giudiziarie, accusava altri per salvare più che se stesso, un tesoro accumulato. E aggiunge:”Per non lasciare ombre, sospetti, retropensieri l’accertamento su un accusatore non dovrebbe lasciare questioni insolute. E sicuramente insoluta era la questione del perché Angelini, dai conti non in ordine, improvvisamente avesse accusato i politici dopo avere negato dazioni od altro. Oggi Chieti apre ad una possibile (se provata) risposta che mi auguro possa, in futuro, risarcire in sede di appello una sentenza che, letta e riletta, lasciava irrisolte molte questioni.

Ridare l’onore ad un uomo accusato ingiustamente è cosa di cui avvertiamo, credo tutti, un enorme bisogno. Rimaniamo in serena attesa.

 

100 MILIONI ALLE ANTILLE

Fu il tribunale di Chieti a chiedere l’acquisizione di tutta la documentazione che avrebbe comprovato il trasferimento dell’enorme somma di denaro appartenente all’ex patron di Villa Pini su un conto alle Antille. L’inchiesta partì nel 2011 quando i giudici stavano facendo luce sul crac del gruppo Angelini per 200 milioni di euro accumulati verso dipendenti e fornitori.

Per Saletti il lavoro è stato duro. Non ha trovato nessuna informazione sul giornale per cui scrive a riguardo dei 100milioni imboscati da Angelini tant’è che ha dovuto linkare un articolo del quotidiano abruzzese Il Centro. Sulle accuse a Del Turco, però, ha trovato montagne di articoli e analisi.

Speriamo che Saletti riesca a non essere processato dai tre ‘magistrati’ Travaglio-Gomez-Padellaro. Se scampasse alla pena di morte sarebbe già un ottimo risultato.

Antonio Del Furbo

 

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